Diario della morte italiana

Diario della morte italiana

lunedì 4 marzo 2024

 




Ri-selvaggio

 

 


 

Non idealistico, fuori da ogni ideale

è un albero, un arbusto, una pianta.

Se cerchi un ideale

cercalo in una pianta della tua età.

 

Selvaggio cercare nell'aria un appiglio

un propagarsi che è unica speranza

di tutto un essere

forza misteriosa e radicale di rhiza *

e poi azione d'alburno, gorgoglio di linfa

- poggiando l'orecchio alla corteccia sembra

si possa sentire questo fluire di vita -

e poi del ramo è l'ultima lotta. 

E non è questa rivoluzione?

Se cerchi un cambiamento radicale

cercalo nella Terra, basta un giardino. 

L'atto più rivoluzionario della storia

- di cui non si è mai parlato -

è seme che muta in albero, bruco che muta in farfalla

mosto che muta in vino, germoglio che muta in fiore,

fiore che muta secondo la terra,

mutante mimesi del bruco secondo la pianta

ali di farfalla che mutano in occhi contro i predatori

serpente che muta pelle

flessibile in duro, verde in giallo

 e così ogni morto muta in humus per la terra

e la terra è un'infinità mutevole

che torna a se stessa

in proverbiale polvere in cui tutto muta.

Stampata sui manifesti l'infinità della Natura

andrebbe portata insieme a Che Guevara

prima di dimenticare anche l'ultimo ideale

nell'uomo che muta nel Selvaggio

 

Bello il cartello con sopra un ruscello

viso emblematico della Terra

o il mare che schiaffeggia il faro

e mascelle d'uomo quegli scogli

nasi puntuti, fronti piatte e lucide,

teste stolide in blocchi di cemento

masse umane come massi ammassate

e sono cemento perché sordo cemento sono gli ideali

le ideologie, le religioni, le scienze, le arti...

insomma tutta la Storia è duro cemento

armato in Strutture e Sovrastrutture

con tutte le sue esse maiuscole

- E tu non stare a guadare le maiuscole

infantilmente assorto come quel misero rivoluzionario

che rivela se stesso davanti alla misera autorevolezza di una Esse

La Storia della Francia, ad esempio, sta tutta su una zattera,

e la Storia del mondo è ancora più piccola

è storiella, barzelletta di ombre santificate, codici, scritture

lingue morte e lingue sfiancate

Parlamenti, Accademie

Strutture Strutture Strutture

Eccomi allora tra una rivoluzione in poesia e una rivoluzione in orto

Ri-selvaggio

tra "Leaves of grass" e "Filo di paglia" * 

qui ed ora o chissà dove

per una storia, comunque,

che sia estranea a ogni Storia

qui ed ora o chissà dove

tra semiosfera e rizosfera

ché la mia vita non è più incerta,

l'estinzione umana non è più tanto sicura

tra il sig. Lotman e una signora Quercia

tra poesia che si fa panorama e una vista da microbiologia...

 

Che gli umani, allora, tutti in ginocchio,

preghino l'erba

e le piante che soffocano gli orti

perché neanche gli orti sono santi o sicuri

- Ti ho detto di non startene assorto davanti ai Santi

e di non cercarne altri

se non vuoi ritrovarti di nuovo tra Servizi Segreti

padroni sui tuoi orti, sulle tue poesie

a colare, in armi, cemento armato sui tuoi armenti

 

Speranza, se c'è, ora, è maestosamente minuscola

non più infantilmente, nevroticamente maiuscola

e non è una nuova storia di adorazioni

ma, forse, solo un illuminare il vecchio rumore

con il silenzio ritrovato della Terra,

quel lombrico e quella talpa che sappiamo là sotto

tra i funghi, anch'essi amici, e i minerali depositati

Sfera che è immune ai nostri olocausti e genocidi

là dove seppur non si respira ossigeno e c'è vita

mentre noi, gran respiratori,

così luridi, sporchi di così folle merda,

così autorevolmente distinti dal fango,

non sappiamo più nemmeno l'aria.

 

 

 

 

 

 note: 

* radice, nella locuzione greca

**Walt Whitman e Masanobu Fukuoka











martedì 19 dicembre 2023

 






Da quel che so c'è ancora nelle campagne siciliane

ancora e ancora un po' di malaria

là dove i fratelli calpestano i fratelli per il potere

Odio che uccide, peste!

Qui a Roma, invece, non c'è più il Tevere

melma non può esser confusa con fiume

sasso non è sorgente

Qui c'è malattia evidente e innegabile

Odio che uccide, male!

E male di farmacia ricostituente

 

Avevo capito già tutto a sette anni di età

quando tacevo, guardavo e ascoltavo

non era solo la solita timidità

era l'Odio Santo che tutto avvolge

a cui il Gran Mondo ossequioso si rimetteva

e il piccolo mondo sottomesso ancora,

ancora e ancora vi si lega con le mani

e vi si impasta coi piedi

ed io che lo vedo ancora oggi

lo ricordo come già antico

 

Intorno all'Odio, quel che accampa,

è fonte asciutta, l'ho detto, è sasso,

al massimo è fango di corpi corrotti

e non voglio esagerare, cadere nel lirismo,

che non si dica "poeta maledetto estremista";  

anzi, sia chiaro, non sono più nemmeno poeta

ho un male dentro che non me lo permette

e un occhio raffinato questo lo nota

E, sia chiaro, non sono un "ipersensibile",

un poveraccio che deve essere consolato,

e non sono un saggio, un sapiente

no no, so solo quel che devo sapere

in questo mondo infinitamente piccolo

 

La mafia vuole che i fratelli suoi lavorino non otto ma dodici ore

sapere questo non è già una gran cosa?

Sapendolo e agendo come devo agire

evito già il propagarsi di quel potere

e impedisco la morte dei fratelli

Ma io vivo qua, a Roma, i miei fratelli siciliani

sono veri ma solo come valore,

però anch'io ho dei fratelli di carne,

in primis quelli specchiati nel sangue

da biologia materna piena di cuore,

e non vorrei che qualora dovessero uccidermi

mentre  "diffamo" il potere e il suo Odio

prendessero le parti di quelli, dei diffamati,

cioè non vorrei che mutassero come certi partigiani rimbambiti,

certi partigiani fascisti

 

Il quadro della situazione sfugge letteralmente di mano

museo della storia le cui sale sono al buio

 e la storia di luce, pure lei, mostra luci di squame

come di serpente - ed è qui la mutazione -

serpente in cui muta il bel bastone del pastorello

ed è come se Virgilio venisse morso dal suo giulivo Coridone

che nel frattempo è divenuto talmente stronzo...

ed è come se Pasolini venisse tradito e querelato da Ninetto

Odio che è abiura feroce e sottil querela

e non più il vecchio odio dai grossi e rozzi chiodi

inflitti nelle carni gentili

 

Non mi impressionano le facce del Potere

il Sottosegretario può urlarmi addosso quanto vuole

enfio e rosso anche per via dell'età che non perdona

e anch'io potrei gridare, magari come un Virgilio che è stato morso,

ma non per veleno diretto, no no, né per mutazione,

ma per voglia di lupo

quella che prende il pastore e il poeta insieme

la luna e i boschi la conoscono benissimo,

i conti tornano benissimo in quelle regioni di oscurità

che facciamo all'improvviso nostre,

bagnate del resto da un'antica luce di classicità,

mentre i conti di quelli non tornano, lassù tra i bilanci falsi

e grani di veleno macinati tra i denti

Odio di quelli che è pur sempre speculazione

materia da economia di potere

eccetera

 

No no, non possono capire il soave ululato

su cui non si può speculare

portatore di luna e boschi;

e su cui non si possono presentare rapporti

mentre noi ne possiamo dare perfino copiosi

e possiamo metterlo in cifre ed elenchi

il convenzionale Odio del potere

 

Odio del furbo

Odio del capo ufficio

Odio del suo sottoposto

Odio dell'eletto verso gli elettori

Odio del patriota verso la patria

Odio del populista verso il popolo

Odio del regista verso il pubblico

Odio che dice "la poltrona è a Roma"

Odio della mafia verso i contadini

eccetera

 

Odio che non c'è nel contadino che porta la sua bandiera

Odio che non c'è nel poliziotto sano e onesto

Odio che non c'è nel poeta portatore di verità

In chi subisce il veleno c'è solo il veleno subito,

certo però è che il fratello reagisce e si dimena,

ma non ha avvocati, solamente il suo puro grido,

grido di puri boschi e pura luna

Romolo fu assassino per la poltrona, non Remo

 

 

 

 

 

 

 


 



                 pensando a questo governo fascista con integrazione di sinistra

                 però nella nuova cornice di quel dipinto tagliato e rubato

                 dal Sottosegretario ai Beni Culturali Sgarbi Vittorio

                 il cui incarico è la tutela del patrimonio artistico 



Nelle carni gentili

con chiodi grossi e rozzi

ci hanno crocifissi

Potere è fabbro

e fabbrica di chiodi

 

Al sole che sorge sulle colline

si sono levati i ragazzi

e le ragazze dai mari

colline verdi e di croci

marine d'Italia in corpi muti

 

Così li hanno voluti

questi loro figli morti

ma i figli sono duri a morire

e invocano come tanti Gesù

un dio che li faccia risorti

 

Padri di Patria e Potere

chiodi grossi e rozzi

portano nelle carni d'Italia

i ragazzi gentili

quanto dolore, quanto dolore!

 

 






 


giovedì 14 dicembre 2023

 






 

 

Tornare alla poesia?

Poetare o non poetare

iniziare con un dubbio

 

Va bene! Ma senza farne un punto luminoso, un Marx

che se abbiamo coscienza o intelligenza

ci viene chiesto di essere dubbiosi fino alla pazzia, paz--

--pactiare, tra la là! 

Fino a "camminare secondo dubbio" *

e non secondo spirito, fino a farne carnale idea;

 fino ad "avere la testa ammaccata"  **

dal dubbio

 

E allora caro il mio André Gide

e tutto il coro degli apologeti dubbiosi

al diavolo la verità ambigua del dubbio!

 

E caro me che torno alla poesia con vile dubbio

Non dubitò mai Marx!

Non si attribuisca un elemento politico al dubbio

né una qualche carne d'intelletto!

 

Dubitò spudoratamente di tutto Nietzsche

finché diventò pazzo

tra la là!

 

Insomma il piccolo nulla ovunque cantato

e il canto accompagnato con flauti e tamburi

preghiere dirette a fumigante nichilismo d'incenso

senza passare per la camera ardente del dio defunto   

 

Ma la cosa peggiore è che io debba incontrarli dappertutto!

Pure questa notte, leggendo beato accanto a Vivaldi,

Stabat mater di flauti e, improvviso, se non sbaglio,

un tamburo di fondo ( o un riesumato cuore mio?)

 

 Apostoli del nulla e del dubbio dappertutto:

tanti esseri tristi e bianchi come lapidi

e fratelli giulivi e nipoti aitanti

 

e perfino su, alle altezze delle intelligenze,

perfino Camus... e questo Yeats, bah!

E poi il triste Gide de L'immoralista,

quando divenne apostolo di Nietzsche

e visse una stagione africana stupida e triste,

e tradì così i bellissimi Cahiers di André Walter!

E tradì tutta l'intelligenza che fu dell'uomo

di grazia, di fede, di dubbio sacro

 

non di dubbio vile

non di dubbio sordo

non di dubbio nero  

 

Non c'è bisogno di venderlo come merce

diffonderlo come un biglietto fortunato

contro ogni forma di credenza!

  

Magia come dubbio antireligioso

religione come dubbio antiscientifico

scienza come dubbio totalitario

 

Come se lo stesso filosofo del nulla

avesse lasciato in eredità i suoi Valentini

e questi fossero distribuiti dalla Perugina

ma occultamente, scetticismo fuso nel cacao!

 

Ed anche gratis, per umorismo diffuso,

anzi no, fintamente gratis, per occulto canone

meticolosamente confuso con l'elettricità! ***

 

Dubbio dal brutto volto di un chirurgo estetico

e di quel genetista disteso tra pecore assorto

a ricreare la pecora poi il superuomo poi Hitler

 

Ometto dalla lingua di ferro sotto dubbi baffetti

ipospadia, monorchidia, pederastia

mezza femmina mezzo frocio - supersuperuomo! -

Potere che dimostra così di non dubitare di nulla

 

Ariano ed ebreo

razionalista e scaramantico

Goebbels filosofo, Eichmann idiota

"eseguivano ordini", "non avevano dubbi"  

"banalità del male", "abbi dubbi!"

 

Dubbi su cosa, cara maestra,

cara propaganda, cara pubblicità,

cara retorica politica? Troppo facile!

 

Dubbi forse sulla pietà? Sull'uguaglianza?

Sulla fraternità? Sull'unione dei popoli?

Sulla redistribuzione della ricchezza?

 

Quanti dubbi ormai tramontati!

Eppure nessun dubbio su questa viltà,

su questa continuità con il punto zero,

su questa autodistruzione nella ricchezza!

 

"Formule matematiche belle quasi come formule magiche!"

dice un simpatico matematico che ho letto ieri,

molto divertente e divergente! ****

La frase dimostra che lo scienziato teme il gatto nero

 

E come lo teme manifestamente il passante gatto nero!

Che bello! Algebra e magia, tra la là!

Scienziato divergente, dovrai temere il tuo padrone industriale

proprio come tuo nonno avrà temuto quei baffetti neri lassù,

e dimmi se non fu questo, celatamente, il dubbio nella banalità  

 

Troppo facile dire: Allora non v'era dubbio

troppo facile dire: Oggi dubita di tutto

Al diavolo formule retoriche del nichilismo!

 

Dubbi su cosa? Sulla mia sessualità?

Su quella di Vivaldi? Vivaldi nemico dei nemici!

Se l'orda fascista potesse manipolare l'eterno ritorno

il violino glielo ficcherebbero in culo  

 

Loro che accompagnano con flauti, tamburi e violini

i loro vagheggiamenti, i loro esaltamenti

loro che recitano "eran trecento e forti..."*****

e inneggiano alla morte, e la virilità venerano

 

Tutti ragazzi per bene, figli dell'antica Roma,

 o dell'antica Lombardia dove rincorrono maiali,

e si sentono rivoluzionari o "nuovi mostri",

e Mussolini e Che Guevara sono uguali  

 

Chissà domani cosa ne sarà dei barocchi flauti

e come saranno neri i mistici tamburi

E quando il giusto griderà "à bas les rois!"

la massa feroce griderà "à bas les lois!" ******

 

 

 

 

 

*camminare secondo la carne (Corinzi 10:2)

** il significato di "pazzia" secondo l'etimologia latina volgare: avere la testa ammaccata

***il canone della televisione è inserito nella bolletta della luce

**** Paolo Caressa

***** La battaglia delle Termopili, i trecento spartani erano notoriamente omosessuali e bisessuali  

****** Da una poesia di Friedrich Engels in cui descrive Max Stirner

 

 

 


 





Elefanti

 

 

 

Bussa alla porta del club della caccia il leone

mogano scuro, sito scuro, legno massone

e davanti alle calme avorio corna d'elefante

ora un ruggito d'orror-pena spanto assordante

investe Roma: chiese, fontane, affrichi obelischi,

tane di nobili con pedigree, cardinali basilischi,

salotti-rettilari, serpi in cupole, ascosi vaticani

che stanno nelle cose come code tra muraglioni,

lingue di camaleonti... ma sono più osceni i guizzi

che a quelle muffe pietre tirano viscose i ragazzi:

le mode giovanili collose di logica commerciale,

le lingue politicanti, i bestiari pestiferi di paternale...

 

Ma ecco che al ruggito il bieco Lucifero si fa fermo

cacciatore disturbato dalla preda sua che è stormo

vendicante ruggente negro immigrante fuori stagione

ed è bianca ragazza che cinguetta e piange ma è leone,

e stormo di ragazzini schizzanti sul Gogh impressionista

ribelli a quella bevanda veleno del paterno alchimista

estratto di morto da far bere piano ai "nostri giovani"

che però resta al chimico oratore nelle sue buie mani,  

virus che essi rifiutano con il solo negazionismo buono

di chi si nega come preda alla luce di un giorno nuovo

 

Il leone ha visto quelle zanne davvero o in sonno?

La dura porta al posto della magica porta di sogno 

quando al giovane è così amico l'amico elefante 

che come tra braccia gli dorme steso tra le zanne

e non vi è guerra ma maternale pace nella foresta

che non dà alibi a spari ma solo schizzanti gesta

da cloache cittadine, viziose bestie armate di fucili

non gioia e coraggio ma acidi infanti verso cimeli,

ché in un facile sangue nessun eroe si ama ritratto!

nessun uomo vorrebbe se stesso in tale specchio!

 

Quindi ecco che al grande ruggito il piccolo uomo tace

sovrano pantofolaio su popoli e su animali ma pugnace

contro i miti, lenti, buoni, sapienti, trasognati elefanti

quando tiene una solida arma nelle braccia annaspanti,

che a non averla tremerebbe di quella umanità vigliacca  

e vaga che ben sta al suo partito e alla sua squadraccia,

alla matrigna città; orfano della prima madre, la Natura

perciò di ogni equilibrio e salute; e "uomo d'avventura"

facevasi chiamare dai giornali; bestia gobba sulla finanza;  

morale difensore di vita ma sepolto nel potere ch'è stanza;    

fiero di ricchezza ch'è furto alla terra, ai campi estorto

come denti d'oro di borghese che ragazzi poveri han tolto;

e le dormienti montagne minando e rodendo per un prezzo

che non ha senso se non per il tarlo, non senza il malvezzo

del cacciatore, colui che meglio dell'elefante il compagno

ucciderebbe se d'avorio fosse il dente umano; e il danno

alla natura sarebbe allora risolto con minor sforzo e in sede

se i cacciatori dei cacciatori diventassero cacciatori e prede.

 

Nel club della caccia s'imbatte allora il ruggente leone

cercando una chiave, l'ermeneutica della sua estinzione  

ma là vede solo teste decapitate di magnifici innocenti

e una civetta e una volpe beffardi: veri eppure finti!

Perché la luce della Natura non si trattiene con paglie,

ché sguardi, velluti e vita fuggono e beffano le tenaglie

degli imbalsamatori e l'infima statura dell'alta chimica,

e questo Noè di cocaina davanti alla sua parete-arca:

farfalla, rinoceronte e crocefisso da portare sulla Luna

business, lingotto e quel robot che alla chiamata s'aduna

e l'elettrificato pierrot,  il guitto, l'ampia folla ammassata

e sterminio, accoglienza, nichilismo, indifferenza melata  

e il tecnico, il servo, il dannunziano che sputa più in alto...

così si presenta al leone un uomo-ratto poco sopra l'asfalto.

 

 








 

 

domenica 15 ottobre 2023

 







Al giogo delle coccole più raffinate

i tondi piedi dei gatti, artigli ormai imbelli,

si ritirano, movendo all'indentro e all'infuori

nelle fusa miste d'angoscia e amore

perché il cuore si raggruma, l'anima si contrae

nella sublime follia dell'amore dato

tre volte sublime a ogni ferocia, a ogni caccia

giogo delle mani umane, cuore aggrumato

darsi e contrarsi nostro e del piccolo gatto

noi stessi gattonanti, mani nell'erba secca,

mani come zampe, mento sulla sua testa

rose che s'aprono e si chiudono                   

che nessuno ha mai visto, così sublimi








giovedì 11 maggio 2023

 

 

 

 Campagna

                                                

                                                      dedicata ad Anda-Ioana Ardeleanu che detesta la Veccia

 

Leguminosa amorevole carnivora

gli umani ti chiamano "Veccia"

microrganismi simbionti fertilizzanti

("rendere fertile", che bella frase!)

tutti assiepati nella rizosfera

e la Campagna ha i suoi maghi

come le borgate i fruttivendoli

Sì, i beni migliori li respingiamo

ignari i nostri piedi vivono sulle radici

come le città vivono sui ratti

Campagna o Città

stupidissimo scegliere la Città

e il mondo ha scelto la città

le peggiori sono quelle come Bruxelles

e Frankfurt col mondo morto dentro

gli umani vicoli e i naturali fiumi

dimenticati per altre aree ritenute superiori

Parlamenti e banche,

ville di imprenditori e studi televisivi,

templi massonici e redazioni di giornali

loro ci impongono questa loro Città esterna

Oh Campagna dimenticata

stupidissmi come siamo!

batteri e microrganismi angeli campestri

tutti spiegati sotto i nostri piedi

là nella rizosfera mostruosa

non vediamo chi ci offre il miglior bene

abbiamo le nostre bocche per parlare

e mangiare a sbafo dalla Natura

e bere vino fatto dagli angeli batteri

i moscerini della frutta con ali invisibili baciano

le nostre bocche mordenti

lo fanno segretamente

coi loro rostri di mostri surreali

si posano sulla maturità zuccherina

finché vi posiamo noi le bocche

alcuni tonti non sanno quanto sono avidi

e maledetti e stupidi gli umani

qualcuno perfino fuma mentre mangia

Oh Campagna atossica

ho visto arrivare la Dea delle albicocche

la donna arancione nel suo giorno

e c'era la pioggia

e ho visto che gli stupidi non degustano

la vita con la pioggia

non sanno che l'albicocca esplode di gusto

contro un cielo nero

e mentre i grandi pittori corrono spaventati

ai loro cavalletti per dipingerla

gli stupidi si bloccano, muoiono

sui loro barbecue pieni di cadaveri

rosolati borghesi

la corsa della Città è quella dei bancari dopo il lavoro

quella di chi corre la domenica verso la Campagna

The paradise lost o Le temps retrouvé?

I mostri sono tutti ammassati

tutti scienziati, maggioranze istruite

hanno letto solo Umberto Eco gran mistificatore

poi si sono bloccati per sazietà

la bocca certo non è fatta per leggere

la Grande Letteratura

meravigliosa come la Natura 

opposta agli scienziati imprenditori

a chi procura petrolio

a chi procura virus

alle industrie e alle centrali

Grande letteratura è Campagna

al confronto la grande città è minuscola

coi suoi cocainomani sfruttatori

coi suoi passivi sfruttati

che si ritrovano sempre affratellati

e io che non so più a chi indirizzare

le mie lettere per il mondo

Natura è Vita

mostruosa come la vita

in fiori spaventosi e animali mostri

mani di talpa e zampe di tipula

raccapricciamo davanti alla Natura

un pendulo fiore giallo con pupilla nera

un altro bianco che sembra delicato :

la fattura è di quelle squisite

certi materiali neanche in Dostoevskij

appena la Dickinson coi suoi bombi in corsetti

Rimbaud ha visto tutto e di certo li ha visti

ma dobbiamo superare il decadentismo

disse l'angelo mostro Pasolini

Bianco fiore che chiamano "rosa"

petali come pelle di bimbo o di puttana

erompe da pianta spinosa

ma io non la amo

preferisco la sorella verdenera chiamata "rovo"

quella con serpenti vivi che lacerano

e inferociscono i margini campestri

leccando le lame dei bandoni

La falce li tagliuzza appena e poi declina

la radice del rovo vive delle nostre debolezze

 e delle nostre superficialità

la dea del rovo perirà per ultima

 

Oh Campagna ritrovata

la zappa si spezza nella mano

legno secco detto "manico"

e la penna assume un che di ridicolo

uno scrittore ne resta impressionato

mai l'avrebbe detto!

Proust non ha capito niente

non ha visto niente

le stanze chiuse, le tende

la muffa permea l'anima e la prende

è la Morte idealizzata come Vita

mentre nei campi

in mano la falce declina

la zappa ridicola in colpi sudati

fa ridere i campi e questi ridono, ridono

perché tutto ricresce, tutto

solo i ciliegi, forse

delicati come Puskin

quando l'offesa è intollerabile

preferiscono morire

e così per amore un coniglio verso l'altro

che per troppa delicatezza è morto subito

neanche il tempo di amarlo come avrei voluto     

ah,tutto quello che può avvenire in una gabbia!

Medea, Edipo, i fuochi d'artificio, i balli in maschera

tutto in una gabbia

quanti fiori dell'oscura vita

anche nelle gabbie!

le gabbie che proteggono dalla libertà

La vita è proprio un mostro

i più religiosi Ulivi lo confermano

quelli rognosi

e voltatomi all'improvviso

certe verdi estremità mi guardano

le foglie più vive della Vite

quelle palpatrici

cosparse di vene rosso sangue

 

Oh Campagna di tanta vita

la zappa si spezza nella mia mano

la morte ritorci su di noi

i tuoi scherzi con occhi seri

le tue gondole notturne naviganti su spighe

i tuoi fuochi di sole

luce che è del sole, tutta sua

e noi che ce ne illuminiamo ingrati

e sempre a sbafo,

sempre stupidissimi

come quei comici verso il pubblico

vomito per casalinghi

e quei casalinghi liberali

la Libertà di cui sono oratori

dov'è la Libertà?

Se non c'è muffa c'è polvere

le case sono sempre sporche

per quanto le possiamo pulire ed essere liberali

per quanti schiavi pulitori questi liberali possiedano

Città in quartieri ricchi  

contro limpida Campagna

merda di pecora rotta con le mie mani

e data purissima sui semi seminati

i tuoi fiori, i tuoi animali

tutti ciondolanti i gatti

tutte oziose sugli steli le corolle

oggi ho visto un insetto svenuto su dei petali

il giallo limpido appena partorito dal sole

e gli insetti che lo venerano come Ra

i colori devono essere dèi per loro

e chissà quanti ne esisteranno

tra loro così pii e grati

Mostruosi Dèi campestri

Pioggia che muta in grani e spacca

Vento che urla e reinventa i paesaggi

Luce che compie rivoluzioni

Buio che inonda come laguna

Luna che parla ai semi

oh quanti ne condivido io con loro

quanti ne condivido io con loro

 

 

 

 

 

mercoledì 10 maggio 2023

 

 

 

 

 Senzatetto
 

 


 
Tetto, ricordiamolo, significa televisione.
 
ore 6.00:  Prima Ora di berlusconismo
ore 7.00:  leghismo
ore 8.00:  renzismo
ore 9.00:  ex-sinistrorsi
ore 10.00: titoli di giornali di Stato
ore 11.00: film western mattutino
ore 12.00:  preparativi per le menzogne di Stato
ore 13.00:  Ora della menzogna (giornalismo di Stato e Propaganda totale)
ore 14.00: soap opera per l'imborghesimento casalingo
ore 15.00: abbrutimenti e devastazioni varie
ore 16.00: abbrutimenti e devastazioni varie
ore 17.00: documentari istruttivi
ore 18.00: altre forme di devastazione mentale
ore 19.00: altre forme di devastazione mentale
ore 20.00: Vespri di Telegiornali con rinnovata Propaganda totale
ore 21.00: film stereotipi per l'istupidimento
ore 22.00: Salmo della spietatezza
ore 23.00: conseguimento del coma del telespettatore
ore 24.00: conseguimento della morte mentale del telespettatore

P.s. Cari telespettatori il programma potrebbe cambiare.
 
La devastazione programmata sotto al tetto
per chi un tetto ce l'ha (e allora lo chiameremo "uomo tettonico")
opera affinché le cellule celebrali dei tettonici
siano sottomesse a un più alto Tetto
(che chiameremo "Nuovo Ordine Tettonico")
 
Nell'A.S.D 2009 (Anno SenzaDio)  
io smetto
di avere una televisione
e sono come un senzatetto
che sceglie di restare in strada

intervistati a Milano,
due o tre senzatetto
la pensano esattamente come me
 

Il salto da analogico a satellitare  
è quasi metafora del mio salto:                                            

sicché mi ritrovo a guardare la luna
e forse riscopro il Cielo di Dio
e come intelligente osservatore
riscopro Dio stesso
Dio senzatetto

Ucciso da Nietzsche,
sembra tuttavia resusciti da me
 
Dal mio Calendario liturgico estivo (comunque molto variabile)
che sono io riscoperto, o resuscitato,
e ciò è accaduto nell'A.S.T 2009 (Anno SenzaTelevisione)
potrei stendere questo palinsesto
ma con una certa approssimazione:
 
ore 8.00:  osservazione della Natura e Cura delle piante
ore 9.00:  prosecuzione Lettura della sera prima (da Dostoevskij a Fukuoka a Zizek)
ore 10.00: informazione ( lettura di qualche rigo giornalistico)
ore 11.00: Scrittura (di miei testi)  
ore 12.00: Scrittura (continua)
ore 13.00: Scrittura (continua)
ore 14.00: pausa pranzo con visione di un film, per evasione o cultura (film d'autore)
ore 15.00: prosecuzione evasione/cultura
ore 16.00: Scrittura (di miei testi)
ore 17.00: Scrittura (continua)
ore 18.00: Scrittura (continua)
ore 19.00: svolgimento di attività diverse: doveri, obblighi, piaceri ecc.
ore 20.00: Godimento della Musica
ore 21.00: Cena con visione di un film, per evasione o cultura (film d'autore)
ore 22.00: prosecuzione evasione o cultura
ore 23.00: Composizione musicale (mia musica)
ore 24.00: prosecuzione Composizione musicale
ore 1.00: Ora del sonno, con o senza Lettura di un libro
 
Il programma è molto variabile, come ho detto,
ma questo è in maggioranza il modo in cui io vivo.
Relazioni umane incluse, rare.
Meraviglioso silenzio incluso, spesso.
E la luna osservata, regolarmente.
 
Questo è il solo modo che conosco
in cui si può essere umani
malgrado si viva sotto un tetto.