Ri-selvaggio
Non idealistico, fuori da ogni ideale
è un albero, un arbusto, una pianta.
Se cerchi un ideale
cercalo in una pianta della tua età.
Selvaggio cercare nell'aria un appiglio
un propagarsi che è unica speranza
di tutto un essere
forza misteriosa e radicale di rhiza *
e poi azione d'alburno, gorgoglio di linfa
- poggiando l'orecchio alla corteccia sembra
si possa sentire questo fluire di vita -
e poi del ramo è l'ultima lotta.
E non è questa rivoluzione?
Se cerchi un cambiamento radicale
cercalo nella Terra, basta un giardino.
L'atto più rivoluzionario della storia
- di cui non si è mai parlato -
è seme che muta in albero, bruco che muta in farfalla
mosto che muta in vino, germoglio che muta in fiore,
fiore che muta secondo la terra,
mutante mimesi del bruco secondo la pianta
ali di farfalla che mutano in occhi contro i predatori
serpente che muta pelle
flessibile in duro, verde in giallo
e così ogni morto muta in humus per la terra
e la terra è un'infinità mutevole
che torna a se stessa
in proverbiale polvere in cui tutto muta.
Stampata sui manifesti l'infinità della Natura
andrebbe portata insieme a Che Guevara
prima di dimenticare anche l'ultimo ideale
nell'uomo che muta nel Selvaggio
Bello il cartello con sopra un ruscello
viso emblematico della Terra
o il mare che schiaffeggia il faro
e mascelle d'uomo quegli scogli
nasi puntuti, fronti piatte e lucide,
teste stolide in blocchi di cemento
masse umane come massi ammassate
e sono cemento perché sordo cemento sono gli ideali
le ideologie, le religioni, le scienze, le arti...
insomma tutta la Storia è duro cemento
armato in Strutture e Sovrastrutture
con tutte le sue esse maiuscole
- E tu non stare a guadare le maiuscole
infantilmente assorto come quel misero rivoluzionario
che rivela se stesso davanti alla misera autorevolezza di una Esse
La Storia della Francia, ad esempio, sta tutta su una zattera,
e la Storia del mondo è ancora più piccola
è storiella, barzelletta di ombre santificate, codici, scritture
lingue morte e lingue sfiancate
Parlamenti, Accademie
Strutture Strutture Strutture
Eccomi allora tra una rivoluzione in poesia e una rivoluzione in orto
Ri-selvaggio
tra "Leaves of grass" e "Filo di paglia" *
qui ed ora o chissà dove
per una storia, comunque,
che sia estranea a ogni Storia
qui ed ora o chissà dove
tra semiosfera e rizosfera
ché la mia vita non è più incerta,
l'estinzione umana non è più tanto sicura
tra il sig. Lotman e una signora Quercia
tra poesia che si fa panorama e una vista da microbiologia...
Che gli umani, allora, tutti in ginocchio,
preghino l'erba
e le piante che soffocano gli orti
perché neanche gli orti sono santi o sicuri
- Ti ho detto di non startene assorto davanti ai Santi
e di non cercarne altri
se non vuoi ritrovarti di nuovo tra Servizi Segreti
padroni sui tuoi orti, sulle tue poesie
a colare, in armi, cemento armato sui tuoi armenti
Speranza, se c'è, ora, è maestosamente minuscola
non più infantilmente, nevroticamente maiuscola
e non è una nuova storia di adorazioni
ma, forse, solo un illuminare il vecchio rumore
con il silenzio ritrovato della Terra,
quel lombrico e quella talpa che sappiamo là sotto
tra i funghi, anch'essi amici, e i minerali depositati
Sfera che è immune ai nostri olocausti e genocidi
là dove seppur non si respira ossigeno e c'è vita
mentre noi, gran respiratori,
così luridi, sporchi di così folle merda,
così autorevolmente distinti dal fango,
non sappiamo più nemmeno l'aria.
* radice, nella locuzione greca
**Walt Whitman e Masanobu Fukuoka