Diario della morte italiana

Diario della morte italiana

venerdì 11 dicembre 2015

Il denaro




                                               


                                        Sono allora volato in alto,
                                        non come entità divina né come uccello
                                        ma ancora meno: un insetto fastidioso,
                                        nel cielo degli dèi a fare rumore.





In questo post, sotto la poesia che vedete volteggiare qui sopra, trovate: il video I demoni del denaro, scritto in prosa ed inerente un tema tanto caro quanto segreto al mondo: il denaro, per cui vi chiedo 52 minuti di massima concentrazione e una coscienza pronta. Lo stesso è anche tradotto in inglese e ne trovate il video a seguire. 
Trovate poi la pubblicità di una mia poesia in azione, che aggiungo qui per via di alcune coincidenze. Infatti, al di là del disegnuccio, che una strana mano oscura mi ha guidato nel disegnarlo, vi sono alcune righe di presentazione che evidenziano come già nel lontano 2011 avevo in animo il tema del demonio e di questo diario. L'azione di poesia ha visto un demone (interpretato da mio fratello) in lotta contro un angelo (interpretato da me). 
Sempre per aderenza al tema del demonio ho poi collocato in questo post una brevissima ma significativa ricerca sulla loggia massonica P2 e, a seguire, una poesia che ho scritto per una classica vittima di questo tipo di Propaganda, una suora indiana infatuata del Vaticano che ho incontrato su un aereo tornando in Italia dal Bangladesh. 
Infine, nell'alternarsi tra prosa e poesia che caratterizza questo post, ho voluto darvi una mia breve ma simbolica ricerca sul Vaticano dal titolo Non si può governare la Chiesa con le Ave Maria.









I DEMONI DEL DENARO



E' questo un video sulla mia scoperta del diavolo, una sorta di viaggio all'inferno. Ma è anche una scoperta del denaro, un viaggio nell'economia che domina oggi il mondo. 




https://www.poetainazione.com/#





THE DEMONS OF MONEY (ENGLISH VERSION)
tradotto dalla sig.na Anda-Ioana Ardeleanu, 
mia inseparabile e preziosa collaboratrice.



















Caro diario
devo cercare di capire, perciò scrivo.
In questi ultimi mesi, anzi anni, mi sembra che ogni mio vecchio sogno umano si sia perduto
e ogni nuovo che viene, se viene, immediatamente si perde sotto l'incubo della Distruzione.
Ma cos'è questa Distruzione?

Vedo ovunque perdersi, anche nei miei simili, nel cosiddetto "mio popolo", che non sento più mio, l'umanità stessa, cioè la qualità propria dell'essere umano.
Sembra che ogni atto gentile - se avviene, e se avviene è sempre con sforzo - si stacchi dai nostri movimenti come aria morta, e ogni parola sentita, se viene, sembra già evaporata o secca...quasi che intorno, questa Italia, sia un deserto bruciante, ma invisibile. Una strana terra, non più mia, da cui s'innalza non solo la visibile immondizia ma un'aliena carovana di rifiuti che sono appunto questi nostri gesti, queste parole, questi perduti frammenti di umanità.

Una rovina che per di più non viene discussa da nessuno, nemmeno rappresentata, ma viene anzi camuffata sotto mille ventagli colorati, e agitati nervosamente, ossessivamente...come le parole "benessere" e "progresso".
Rappresentarla in arte è difficile, ma ci proviamo, perché l'arte, come atto umano eccellente, è la prima eccellente vittima di questa distruzione.








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cliccate sul seguente link per leggere il testo:










A una Sorella incontrata in aereo
(il 26.8.2011)



No, Sorella incontrata in aereo da Calcutta con scalo a Londra,
la vita non ha quel senso, malgrado gli sforzi e le preghiere.
Il senso che lei dà alla vita è però una bella illusione
illuminata da un buon cuore, il suo teresiano.
No, Sorella incontrata in aereo sul “Creato”,
queste nuvole e la “scintilla dell’universo” non mi possono bastare,
la scintilla di cui lei mi parla e quel Dio che io e lei
scriviamo con la D (gli inglesi con la minuscola), per me non esiste.
O se esiste non l’ho mai amato.
Esiste però l’Uomo, qui, amabile per i suoi buoni inganni,
esecrabile per i suoi inganni cattivi, che a volte sono la stessa cosa.
No, Sorella, mentre lei “prega per me”(oh che buona e cattiva cosa!)
e altre migliaia di suore pregano per altri come me,
io non vedo il “Diavolo” di cui lei mi parla
ma vedo colui che agita la coda e compie giochi
da sotto il tendone della più grande cupola del mondo!
No, Sorella, il diavolo che tiene il mondo
è colui che lo sta distruggendo, o lo ha Ri-Creato,
e non è certo nell’Amore, o nel bel Matrimonio
a cui lei mi vorrebbe destinato.
No, Sorella, io vedo un potere di calmi speculatori
simili a preti il cui mestiere si chiama Vaticano,
e vedo una camorra di cristiani tristi e cialtroni
sfilare in un “Family Day” convocato dallo Stato.
E ridicoli e magniloquenti sono i turpiloqui urlati
come questa cacofonia da megafoni anglofoni.
No, Sorella, quello che lei chiama felicemente Dio
indicando Roma da questo aereo non è ciò che lei crede,
in quelle bianche mura non c’è il suo,
non c’è la felicità degli ingenui ma dei diavoli!
No, Sorella, sarò io a pregare per lei.
Contro un diavolo operoso
scriverò per una suora sorridente,
quando avrò un momento di non-guerra.



      






cliccate sul seguente link per leggere il testo:
















Verso Lampedusa













VERSO LAMPEDUSA - videopoesia



Domenica 11 maggio 2014 affonda un altro barcone tra la Libia e Lampedusa. Dei 400 a bordo se ne salvano solo 200. La tragedia è continua, e continua.




Towards Lampedusa  (english version)
videopoetry on the tragedy of the african imigrants in Italy 




Dal Blog di Gabriele Del Grande: 
Ragazzi di Tunisi dispersi al largo di Lampedusa nel marzo 2011

Un giorno a Lampedusa e a Zuwarah, a Evros e a Samos, a Las Palmas e a Motril saranno eretti dei sacrari con i nomi delle vittime di questi anni di repressione della libertà di movimento. E ai nostri nipoti non potremo neanche dire che non lo sapevamo. Dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell'Europa almeno 21.439 persone. Di cui 2.352 soltanto nel corso del 2011, almeno 590 nel 2012, 801 nel 2013 e già 2.086 nei primi nove mesi del 2014. Il dato è aggiornato al 4 ottobre 2014 e si basa sulle notizie censite negli archivi della stampa internazionale degli ultimi 26 anni. Di seguito trovate soltanto gli incidenti degli ultimi mesi.

 continua la lettura sul blog del giornalista scrittore   Gabriele Del Grande




Il 5 agosto 1938 sulla rivista La difesa della razza viene pubblicato il seguente manifesto:


« Il ministro segretario del partito ha ricevuto, il 26 luglio XVI, un gruppo di studiosi fascisti, docenti nelle università italiane, che hanno, sotto l'egida del Ministero della Cultura Popolare, redatto o aderito, alle proposizioni che fissano le basi del razzismo fascista.
LE RAZZE UMANE ESISTONO. La esistenza delle razze umane non è già una astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse, quasi sempre imponenti di milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano a ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti.
ESISTONO GRANDI RAZZE E PICCOLE RAZZE. Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, i dinarici, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze, la esistenza delle quali è una verità evidente.
IL CONCETTO DI RAZZA È CONCETTO PURAMENTE BIOLOGICO. Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non è solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli è diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti, che da tempo molto antico costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.
LA POPOLAZIONE DELL'ITALIA ATTUALE È NELLA MAGGIORANZA DI ORIGINE ARIANA E LA SUA CIVILTÀ ARIANA. Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti preariane. L'origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell'Europa.
È UNA LEGGENDA L'APPORTO DI MASSE INGENTI DI UOMINI IN TEMPI STORICI. Dopo l'invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la composizione razziale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per l'Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi è la stessa di quella che era mille anni fa: i quarantaquattro milioni d'Italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a famiglie che abitano l'Italia da almeno un millennio.
ESISTE ORMAI UNA PURA "RAZZA ITALIANA". Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico–linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l'Italia. Questa antica purezza di sangue è il più grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.
È TEMPO CHE GLI ITALIANI SI PROCLAMINO FRANCAMENTE RAZZISTI. Tutta l'opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l'indirizzo ariano–nordico. Questo non vuole dire però introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le razze extra–europee, questo vuol dire elevare l'italiano a un ideale di superiore coscienza di sé stesso e di maggiore responsabilità.
È NECESSARIO FARE UNA NETTA DISTINZIONE FRA I MEDITERRANEI D'EUROPA (OCCIDENTALI) DA UNA PARTE E GLI ORIENTALI E GLI AFRICANI DALL'ALTRA. Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l'origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.
GLI EBREI NON APPARTENGONO ALLA RAZZA ITALIANA. Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in generale è rimasto. Anche l'occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all'infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l'unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani.
I CARATTERI FISICI E PSICOLOGICI PURAMENTE EUROPEI DEGLI ITALIANI NON DEVONO ESSERE ALTERATI IN NESSUN MODO. L'unione è ammissibile solo nell'ambito delle razze europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono a un ceppo comune e differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall'incrocio con qualsiasi razza extra–europea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani. »





















Videoreportage sul mostro del turismo nella bellezza della Cappadocia




KATPATUKA - videoreportage

Da un mio viaggio in Turchia, avente per apogeo la Cappadocia, nasce questo video dal titolo antico. In realtà questo video è alquanto moderno, pienamente dell'anno 2012, considerato che non tratta solo la natura e la storia meravigliose che in questi luoghi si sono depositate formando nei millenni un'immensa opera d'arte, ma tratta più che altro il turismo di massa nella sua verità, ovvero nel suo consumismo vorace, cieco e orrendo.   


Il filmato, realizzato con una semplicissima videocamera quasi da tasca, è molto più lungo, ampio e articolato di quanto lo sia questo video, che soggiace a una scelta drastica: ridurre in minuti e in scene per essere immediatamente più fruibile. 

La maggiore lunghezza e la maggiore difficoltà implicano sempre da parte dei fruitori una maggiore disponibilità di tempo e impegno (volontà, pazienza, concentrazione, etc.) e sono questi i motivi che mi hanno dissuaso dall'idea di un grande reportage-film, spingendomi a contrarre, ridurre, tagliare.  

- Un giorno dell'anno 2012 il direttore di produzione del teatro Vascello di Roma Enzo Toto, che aveva letto in pochi giorni quattro mie opere teatrali (Furie, Mefistofele 2000, Dialogo con un clown e Medea Oggi) mi parlò del problema della concentrazione del pubblico e cioè del fatto che i teatri non mettevano più in scena opere della durata di due ore. E' dunque ripensando a quella sua affermazione nel foyer di via Giacinto Carini 78 che oggi mi/vi chiedo: ho fatto bene o ho sbagliato in questo autolesionismo che possiamo chiamare "compromesso dell'autore con il destinatario"? 


Probabilmente anche il teatro Vascello aveva fatto una scelta di compromesso, o forse voleva segnalarmi indirettamente che il mio copione era troppo lungo, sebbene così non sembrava. Il signor Toto mi presentò addirittura come una giovane promessa della drammaturgia e mi lasciò dicendo che era interessato a produrre la mia Medea Oggi con la scuola del teatro. Non ricordo neanche più bene le parole dette, le quali si impastano alle tante altre che le mie orecchie hanno udito o letto in questi ultimi vent'anni (vedasi la mia corrispondenza con le case editrici) formando ormai una cacofonia sporca e sempre più irreale, proprio come questa Italia al potere. 


Parliamo di potere, sì, perché i teatri e le case e ditrici sono un vero e proprio potere del Paese, non meno importante della magistratura. E questo potere agisce sia su di noi scrittori sia su di noi destinatari della scrittura. Chiacchiere senza reali intenzioni, solo per apparire sensibili alla novità e buoni con i nuovi autori, o anche per apparire potenti, sono piuttosto solite nell'ambiente della cultura. Le bocche delle nostre decisionali figure culturali sono spesso coperte di queste afte croniche, e l'inerzia, l'accidia, la viltà e il conservatorismo sono un pus che pervade il campo artistico non meno di quello politico. 


Ma rispetto all'estero le nostre condizioni culturali sono particolarmente gravi, dato che anche i teatri sono finiti a spacciare roba riciclata dalla televisione, oppure riciclano se stessi, il solito repertorio. Qui gli autori morti sono più vivi dei vivi (vedi le continue riproposizioni di Goldoni, Molière, Beckett, Ionesco, Gogol, Shakespeare, etc.) mentre gli autori vivi ricevono i complimenti più sinceri per restare nell'ombra, come i veri morti.


Ma tornando a Katpatuka.

Da una parte sicuramente ho sbagliato, nonché, in qualche misura, ho tradito me stesso, come del resto chiunque fa una scelta di compromesso; ma da un'altra parte il risultato (come direbbe un produttore-editore scaltro) è forse più consono alle esigenze del destinatario di oggi, se posso dire così senza offendervi. Sì perché il destinatario siete voi che ho avuto nel mio cuore, che dunque ho tradito come ho tradito me stesso. Ad essere stati umiliati da questa versione ridotta siate anche voi dunque, sebbene, appena fatta questa versione, mi sia subito ripromesso di realizzare quanto prima quella che avrei voluto in origine e che ovviamente non ho mai realizzato.

Rinunciando all'idea iniziale tante cose che avevo ritagliato mancano in questo video. Mancano quelle immagini pure in lunghe inquadrature, quegli spezzoni esteticamente rozzi ma carichi del mio stupore; e quel silenzio dei luoghi oltre l'immagine; e il silenzio delle montagne e dei villaggi come Gore; e il suono erompente dei minareti, che forse varrebbe di più come puro frammento d'audio, puro suono, isolato dall'immagine. E avrei anche cercato di rispettare meglio la miseria del vecchio centro abbandonato di Nevşehir, la grazia delle persone intervistate, la mia solitudine. Ma i compromessi nell'arte sono come i compromessi nella vita: una perdita che non possiamo mai quantificare.





Katpatuka english version (translated and interpreted by A-I. Ardeleanu) :















Romeo e Julieta nella Verona leghista







Contro un'ordinanza del sindaco di Verona F. Tosi che vieta di fare la carità nel centro storico della città ho realizzato questo video e l'ho inviato (come al solito mediante un bombing di email) allo stesso sindaco e a tutti gli uffici del comune di Verona insieme con le associazioni e gli organismi veronesi interessati.
A seguito di questa "azione" il sindaco mi risponde per email e ne nasce un carteggio (pubblicato on line dal quotidiano Qui Europa). 























Il meglio di Torpignattara




                                                      Nella strada uomini sfusi 
                                               conclusi nella strada.




Contro l'incuria del Parco Sangalli a Roma, lordo di immondizia e siringhe tra i piedi delle migliaia di avventori tra cui molti bambini, ho compiuto questo video. Esso nasce da una "raccolta spontanea dell'immondizia" (così si chiamano queste iniziative, le quali, per quante ne avvengono sistematicamente nella capitale, sono ormai una realtà codificata) organizzata, filmata e argomentata da me in questa composizione.  








Se vedete un trentenne
col viso pulito, da ragazzo,
a spasso per la periferia
forse quello starà pensando
ai ligustri di via dell'Acqua Bullicante
o sarà in cinta di quella consueta poesia
che nasce al crepuscolo
rincasando.

Se vedete un tipo sospetto
che osserva le vostre finestre,
gli ingressi delle brutte case
in cui vivono nonni e nipotini
i tossici disinvolti
il bucato triste dei cinesi
le fritture dei bangladesi
……………………….
……………………..
forse lui starà cercando
parole appropriate a tutto questo.





***



Coi nomi di queste vie



   Scritta in una strana potente domenica romana d’aprile
   quando il cielo era opaco ma l’umore limpido
   e un trenino avente per capolinea qualche profondità della via Casilina
   mi ha raccolto a Torpignattara e scaricato alle porte della borgata Giardinetti
   dove, con una penna comprata in un bar,
   su un volantino pubblicitario raccolto dalla strada,
   sono accaduti questi versi                
   che dalla strada sono tornati alla strada


Coi nomi di queste vie
cosa viene a noi
che abbiamo letto milioni di versi? 
Signora delle nostre arti,
chi sei che soffi poesie dal nulla
e la cara via Casilina ti è alleata
e complici ti sono le sue vie?

Via dell’Alloro
via dei Glicini
via delle Magnolie
…..............
..................

A via dei Giardinetti
arriva questo trenino
col suo proletariato di facce
e lungo la via altri nomi
altri complici vicoletti,
altro proletariato di incisori
orafi, pittori…

Via Ercole Bazzicaluva
via Angelo Cappuccio
via dei Fratelli Poggini
.................
.................

Ah, voglio scrivere ogni tuo nome
poesia della mia patria
e voglio scrivere la parola patria
tante volte per quante arti
quante vie quante facce tue,
poesia della mia patria.

Una palazzina a metà limone e grigio
un’altra di croste, un’altra di rosso
che svanendo dalla sottostante calce
sempre più assurdo e felice diventa,
al di sopra di ogni pittore!
…..............
..................

Ah, se solo proviamo ad entrare
tra questi muretti
dove stanno le magnolie
i fichi e sempre i limoni,
dove vasi rusticamente magistrali
decorano alti gli ingressi
e statuette di nobili leoni
vegliano proletari casati
di ciociari, operai, contadine 
e pomodori, agli, zucchine
gatti assopiti, cani insonni, e di gesso
quanti nani nei giardinetti calmi
tra tavolini e sedie riverse su cui piove
e poi torna il sole romano;
finché oggi queste casette
un tempo misere e disperate
stanno come avvertito possesso
di quel qualcosa d’umano
che anche dei più inumani borghesi
è sogno.

E quando il vento è caldo
e la terra si gonfia come il pane
più degli oleandri e degli allori
sono le tante palmette africane
a fremere nei marciapiede,
quando il vento è il maschio
che sgorga dalla primavera.

E l’umanità di questo trenino che torna
fatto di carne e ossa: tante forme
qui e là scolpite, piccole e grosse
teste, e tanti colori di pelli fini
qui e là dipinte: meraviglia del mondo
nelle tante sue regioni e patrie; e
le mani lisce poche, le mani rosse
e graffiate pesano sui pantaloni,
e questa mano che tiene la penna
scrivendo al ritmo della gioia
e del dolore più coscienti oggi
in questa domenica quasi d’aprile,
quando abbiamo sognato afferrare
l’intenzione viva e callosa delle cose:
miniature di miniature all’infinito
contenute in queste vie, anzi incise:

le porticine storte dalla ruggine
le fontanelle reclinate sui loro getti  
le piccole targhe che avvisano dei cani
l’incombenza, o portano nomi,
indicano fabbri, dottori, matti
e una fabbrica di bomboniere
....................
....................
e la morte in motocicletta di qualcuno 
su quel punto di strada puntuale
dove l’erba approfitta della crepa
il rampicante lega le sbarre
e il finto girasole nel vento ruota…


'Na cosa  
videopoesia




***
  
La mia saggezza?
La userò come segnalibro
fin quando non sarò più colto.

La mia razionalità?
Non controllo mai il resto
che il commerciante indiano
mi mette nel cuore della mano,
mentre ne seguo il gesto
come un cane
e lo amo.


***




Voci di vedove e vecchi edili
voci di ieri nella borgata
mi hanno rapito
nella sera di Roma,
quando alla fine di Ottobre
una luce appena sufficiente a leggere
prende i fogli della scrivania, i libri
maestosi, la gente umile, la Strada
lurida dove giocano i bambini,
i negozietti vocianti, le risa ferrose
delle signore...tutto nel suo giallo scordato.
E tutto sembra conciliato in sé, nelle cose,
anche la frase piena d'immondizia
s’intona al verso di Rimbaud
per strana amicizia,
e la mia stanza
stornella con la Strada, e ogni cosa
come dentro un'unica bocca emozionata
cade nella sera felice e disperata
profana e amorosa.






***





Vecchio giorno di festa


Gli occhi e le labbra chiuse dei palazzi
appena assolati nei mattini
e nel richiamo della città gli uccelli sono pazzi
o forse sognano, o ritornano bambini.

Il sabato è quella luce che bacia il vuoto degli spazi.






















SALVAM ROMÂNIA!


România! 
(tradotto e interpretato da A-I. Ardeleanu) 



Al popolo romeno (Al poporului român)


Con le tue bambole popolari di Negresti Oas

e le tue croci votive di Maramures
ceramiche di Horezu e Cucuteni
flauti d'oro, uova dipinte a mano

Romania: contar moneta ogni giorno

ma si può così in eterno?
Romania, ho cavato dai tormenti la tua dignità
ma dopo il sangue che cos'altro puoi dar?

A Bucarest ghiaccio rigato da gaie lame

nelle domeniche salvate dalle dure ghigliottine...
del lavoro. Al primo posto in Europa è il lavoratore romeno
ma l'Europa Unita pretende pure che sia vegetariano

Quelli che mancano non ricevono giustizia

partiti per i Paesi della falsità e dell'avarizia
che servono alla tua  inquieta sopravvivenza,
non alla tua animata ma calma essenza!

Vedo città e villaggi, poche le vie maestre molti i sentieri

e vedo i sentieri crepitare in sassi tra rarefatti poderi
che non si arriva fino all'ultima casa in fondo allo sterro
senza il cavallo e le assi aspre che compongono il carro

La risposta è dolce, e allontana gli esacerbati,

il villaggio ha parole gentili e fatti concreti
benché tanta sia la cattiveria della ricchezza
contro questa povera sublime gentilezza

Ma attenti! le querce nere nascondono laghi di vetro,

le cortecce rugose celano ancora felini di velluto,
la nostra gente cela questi e altri segreti
lassù oltre i pascoli degli ovini mansueti

Nelle nevi perturbate s'acquietano gli orsi di miele...

ah turbe vostre negli inverni pazzi e severi!
Follia di padroni del mondo... state attenti!
orsi affamati ripiegano nelle ville dei possidenti.

Ionica con un balzo fa cadere una pioggia di susine

ha un figlio, la moglie in Italia e conduce la pensione;
Ionica, Severica, Marcut dicono: "tutti amici siamo"
ed io e Lucian in un unico lettone alloggiamo

Belle scarpe ho portato da Londra, da Roma

e chi mi vede con occhi innocenti trema!
ma la mia mente vola alle vecchie terrose scarpettine...
Uomo deriva da humus-fango, questa è la prima lezione

Tirate dai cavalli le anime dei contadini

vanno nel ballottolìo ignoto ai signori cittadini
e le anime sono sempre odiose alle coscienze
che impongono misura europea, legge ignorante!

Ah, falso raziocinio, cattiveria da riccastri,

sapiente vi osserva la verde anima dei Carpazi! 
Forcone e penna hanno già trafitto voivoidi e dittatori,
e i libri portati nelle tasche sono giardini pieni di fiori!

Al nostro popolo si chiede anche l'ultimo fiato,

l'ultima goccia di un pianto già troppo salato,
eppure una intensa serenità nel profondo sento
come la voce del bosco intorno alle case... un incanto!

Alza questa voce limpida, Romania, falla sentire!

Non sei tu la selvaggia lupa in catene da serrare.
Alza questa voce dura, Romania, come uno scoglio,
ché il più piccolo sasso può ribaltare il grande carro!





stralcio in lingua italiana tratto dal III° appello di Salvam Romania 
( o parte in limba româna din al III-lea apel al lui Salvam România)


"Abbiamo cercato di sintetizzare in questi scritti e in questi video il nostro punto di vista sull’attuale, e a nostro avviso più significativo, problema nazionale della Romania di questo ultimo decennio: la colonizzazione del Paese da parte delle aziende agricole straniere che comprano terre.


Salvam Romania non è un’associazione né un partito politico, ma una pure espressione di amore per la Romania mediante la sensibilizzazione e l’informazione di più persone possibile.
Salvam ha un account su Facebook che non ama la chiacchiera ma è riuscito a creare una rete di oltre 2200 contatti nell’arco di tre mesi.

Salvam ha inviato, invia e sta inviando moltissime email agli indirizzi di intellettuali, poeti, attivisti e giornalisti che devono essere coinvolti e prendere posizione. E non inferiori per numero e fatica sono stati gli inserimenti dei nostri appelli su molti siti internet.


Lo scopo è avvertire e mobilitare, dato che la terra non si difende con le parole ma con le azioni, e tra queste la prima è comprare terreni da sottrarre ai vampiri.


Le ricadute sulla vita generale del Paese sono sotto gli occhi di tutti : corruzione politica ai massimi livelli (grazie anche alle tangenti straniere), leggi che aiutano gli speculatori stranieri e uccidono i contadini romeni, terreni venduti e quindi un popolo spossessato, agricoltura speculativa,carovita e prezzi di mercato decisi dalle aziende straniere, distruzione del paesaggio, inquinamento, depauperamento, disboscamento, etc.


Un quarto di Romania è già in mano straniera, ma per i restanti tre quarti possiamo ancora impedire che venga comprata dai colonizzatori.


Le nostre proposte in questo senso sono semplicissime: andare dai contadini, informarli e dissuaderli dal vendere agli stranieri. Ma, come atto ancor più decisivo, comprare noi le terre che i contadini stanno vendendo ai vampiri."





România de vânzare (Romania Vendesi)
Poetainazione și A-I. Ardeleanu (Salvam Romania)

Pamantul meu fara pamant (in lingua romena)

Exemplu familia Olteanu (in lingua romena)


Locuitori ai Romaniei,
colonizarea Romaniei din partea antreprenorilor straini ne-a lasat deja fara o treime din pamanturile tarii noastre,  exploatand saracia si modestia taranilor nostri dar mai ales exploatand lipsa statului roman, complicitatea sa in a da autorizatii si gradul sau de coruptie. 
Am fost vanduti  si speculatorii straini ne arata deja roadele imbogatirii de pe urma acestor pamanturi.
Putem enumera numele acestor speculatori-vampiri, care in ultimele decenii au devenit oameni bogati, chiar printre cei mai bogati din lume, in timp ce noi am devenit tot mai saraci si am devenit printre cei mai saraci din lume (Geox S.A., Maschio Gaspardo, La Perla, etc).
Tara noastra este locul radacinilor noastre, ale caselor noastre si al destinului nostru.
Astazi taranii vand toate acestea chiar si pentru 500-2000 euro pe hectar, fii lor de multe ori lucreaza in strainatate pentru acelasi motiv, nepotii vor fi niste romani fara tara.
Statul roman, de acord cu Uniunea Europeana distruge asa suveranitatea nationala.
In anul 2015 se pare ca si suveranitatea monedei noastre va fi distrusa.
Tara noastra urmeaza sa fie controlata, administrata, manipulata in mod complet de aceste forte straine.
Multe servicii publice au fost privatizate astazi si sunt in mana strainilor.
Multe intreprinderi, o data ale statului, astazi sunt straine.
Multe fabrici private in Romania astazi sunt straine.
Multi muncitori romani astazi sunt dependenti de acesti straini.
Doar taranii nu sunt dependenti de straini si pot mentine vie si pura independenta si identitatea noastra. 
Trebuie neaparat sa oprim vanzarea pamantului sau sa fim noi, romanii, cei care le cumpara!
Autorii acestui manifest cred ca daca fiecare dintre noi cumpara macar un hectar de pamant sau chiar mai putin acolo unde vampirii-speculatori isi pun radacinile atunci Roamania se poate salva, prezenta noastra ca si propritari ar fi superioara si deci si puterea noastra ca si popor si ca principal actionar.
Putem sa contrastam colonizarea in mod individual dar si sa ne unim si sa actionam conform unui plan comun. 

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"Viaggio in Romania" 
 "reportage poetico di un viaggio" 
 "Sintesi poetica di un viaggio in Romania"

Questo racconto o reportage poetico di un viaggio in Romania ha cambiato molti titoli, e ancora oggi non sono sicuro ne abbia uno. Ciò è dovuto probabilmente alla forza del suo Demone, che è instabilità e inquietudine. Demone che corre nella scrittura e corre anche nella realtà. 
Lo scritto è del 2002 ed è immediatamente successivo al viaggio, o forse no, è il contrario: esso anticipa il viaggio. Non so, anzi, so solo che non ho buttato giù nemmeno una riga mentre ero là e a tutto pensavo meno che a scriverne. Eravamo tre amici in vacanza.
Ma poi, quando sono tornato, ho tirato fuori da me questo testo, quasi partorendolo di colpo, quasi ricavandolo come un feto non mio, fecondato da uno spirito esterno. 
Quel demonio sicuramente mi aspettava, tra Bucarest, Brasov, Sibiu e Costanza, e come l'ho ricevuto l'ho reso in questa prosa lirica e sintetica, poetica e documentaristica. 
Da allora sono tornato in Romania molte volte, e l'ho poetata, detta, descritta e narrata in molti modi, ma quel demone non mi ha più preso. In questi ultimi anni ho scritto sulla Romania cose tecnicamente più precise e più belle sul piano letterario, ma questi testi non mi sorprendono e non mi danno la voglia di pubblicarli.
Forse un giorno l'ho visto, un'altro giorno l'ho intravisto, ed anche lui ha visto me, ma il fatto è che non mi ha preso. 
Pertanto, se c'è un motivo, è forse questo che mi fa ritenere queste sei pagine piuttosto rare. 

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