Questa è una poesia per i gatti
per
ogni gatto, non soltanto per loro.
Ed
è forse una preghiera, ma a quale Dio?
Alla
dea gioiosa e pericolosa della Campagna?
Ai
lari della Casa che li ospita in pace?
Al
Dio del Sonno sicuramente,
l'umile
e gigantesco Morfeo dei gatti.
E
la Luna non è per loro una divinità quanto per me,
così
lupesca e poetica che vien voglia di ululare
e
legger versi di Jules Laforgue.
Ma
in fondo cosa se ne fa di una luna piena
o
di un mezzo Dio questo piccolo eroe?
Il
presunto miagolio dei gatti è un prodotto umano,
mentre
il vero è più sordo e roco e indistinguibile.
Quando
mia madre coglieva le olive,
la
saggia gatta di mezza età le si mise accanto
impassibile
e con le zampe conserte
raccolte
nella sua coda, e ambigua,
aspettando
una carezza proprio da chi evita i gatti,
una
carezza ambigua, da persona sedotta
e
questo avveniva come in una foto
e
chissà per quale memoria futura,
forse
per questa poesia.
I
gatti emettono versi soprattutto con gli occhi
e
con un corpicino dal tocco benedicente.
Cieco
è chi non vede la vera natura
della
loro minuta completezza
e
spesso è cieco quell'uomo mediocre
compiaciuto
del proprio corrispondente cane.
Il
loro ancheggiare è supremo
nella
savana della città come nella Campagna
e
il loro iride chiaro fino al colmo dei verdi o dei gialli
è
di una grande, disarmante purezza,
la
loro migliore arma nella notte.
Neanche
il cane più elegante
può
vincere la leggiadria del gatto
e
il bravo cagnolone soccorritore
potrà
forse salvarmi dal tragico incidente
ma
la sua azione nasce e muore nel teatro umano,
che
è il teatro dell'egoismo sporco degli uomini;
mentre
il gatto, pronto a sbranare l'uomo svenuto,
rende
nobile il limpido egoismo di tutta la natura.
Animale
che piace all'uomo di città
quando
domestico gratta la porta per entrare,
io
lo apprezzo con stima maggiore
quando
selvatico sta alla porta per uscire.
Quale
altro animale vicino a noi è così bello?
Nemmeno
l'alto e lucente cavallo
tiene
il confronto con la tigre o la pantera
e
io credo che, messo davanti al piccolo felino,
subito
svanirebbe se fosse un Pegaso nano.
Quale
altro animale è così teneramente goffo
quando
lo è a dispetto della propria agile natura?
Quale
altro animale è così interessante?
Lo
è forse l'istrice dai lunghi spini d'avorio?
Lo
è forse il riccio che trotterella bombato?
Lo
è forse la talpa dalle grosse mani da operaia?
Lo
è forse il geco che sfida la forza dei gravi?
Lo
è forse il ragno che fila sulla mosca il suo zucchero?
Lo
è forse l'antica lucertola regina del sole?
Tutti
questi esempi di stupenda fauna
non
ci conducono mai fuori dalla natura
come
fa il gatto statuario e dormiglione,
per
metà filosofo e per metà straccione,
vocato
a predatore o pigro.
Amico
ma non compagno,
riconoscente
ma non servile,
mai
eccessivo né alla gioia né al dolore
né
alla luna né al sole... bestiola a cui l'uomo
non
riconosce bontà o amore
eppure
io so che le interiori convulsioni dette fusa
sono
per lui conoscenza d'amore pagata con l'angoscia,
e
sono tutto un disegno di felicità e confessione,
navi
che partono per le Indie e scoprono l'America.
Quando
il gatto dorme bene a volte sorride e sempre sogna,
con
la linguetta rosa pallido scivolata fuori dalle labbra
e
sotto quel nasino che è fatto di una plastica aliena.
La
luce gioca con gli occhi accesi del gatto
come
una maga con le sue ampolle,
e
quel poco di luce che sta nella tenebra
viene
usata dagli occhi felini come non
sappiamo.
Oggi
il gatto detesta sempre più il regno dell'estate
poiché
questa è innaturale e inferocita dall'uomo
ed
è un vero prodotto eccessivo anche per noi
che
annienta il gatto come annienta i nostri vecchi;
e
per non boccheggiare nella savana sceglie la casa,
ma
soltanto per un minuto quale tempo di reazione
all'incendio
con l'arma di un pavimento fresco;
e
allora il copriletto d'inverno diventa innominabile
sebbene
io so che non ne ha perso il ricordo
nella
sua memoria di gatto, o d'elefante!
Il
gatto ama il poco e non il tanto
perciò
le sue abitudini non vanno confuse
con
la corruttrice comodità della borghesia,
e
si muove sempre come zingaro sovrappensiero
ai
bordi di una strada trafficata
e
come lo zingaro ci indica l'orlo dell'abisso.
Il
gatto è più che sincero con la natura animale
e
perciò nessuno potrà mai abbandonarlo,
come
capita agli amati cani sull'autostrada,
e
sa che l'idea del padrone è a priori errata
e
tutto il capitalismo dovrebbe farsi fottere!
Preferisce
un amico giocatore a un amico lavoratore
e
perciò mi rimprovera quando lavoro come un servo
la
mia terra e potando, falciando o altro non bado
alla
sua bella pancia e alla sua languida occhiata;
ed
è talmente amante del gioco che se l'altro non gioca
o
schiva lo spasso allora lo spasso si
fa sanguinario
e nello schiaffo bonario ci mette gli artigli.