Come poeta non cerco nemmeno i poeti,
non mi interessano i Pecora e i din dong paf *;
al M.A.C.R.O preferisco
il micro, gli ignoti.
Se posso plano fuori dalle Luci della città **,
al bordo del marciapiede, timido e feroce
angelico e diabolico tra rotaia di tram
e bocca di museo, salotto, sala vorace
in cui espone il poeta sperimentale
e vuole pisciarci addosso un loquace
petrolio*** che non la smette di parlare.
Oh, se potessi azzittirlo con versi veri
e letali; versi oltre il mero poetare;
versi contro l'estetismo di avantièri
spacciato per novissimo ****; splendenti
contro l'oro falso e buio di questi falsari,
che è contro l'uomo e l'uomo lo sente
e perciò s'allontana da queste arti
date come a voler decorare il Niente,
a voler non vedere le dolenti città nostre
dove il nichilismo è già dolore eterno
e la perduta gente***** non crede nelle mostre
di chi sembra voler decorare l'inferno
e non pare mosso da altro fattore,
né da sapienza né da amore fraterno.******
Ed è per questo che io torno allora
alla tradizione, che almeno è grande,
e rifiuto tutta questa borghese cultura
e per amor di poesia riuso perfino Dante,*******
e più che poesia cerco arte di strada:
il vecchio clown beffante, il mimo silente
che palpeggia specchi con dita agitate
come su mura di borghesi e pare dirci:
"lasciate ogne speranza, voi ch'intrate".
***il petrolio è il "Tristanoil" nominato in prima nota
****"I Novissimi" fu una raccolta di poesie del Gruppo '63, di cui fecero parte Balestrini, Sanguineti, Giuliani, Umberto Eco e altri.
*****"città dolente", "dolore etterno", "perduta gente" sono parole della famosa terzina dantesca (la prima del Canto III dell'Inferno)
****** "fattore", "sapienza e amore" sono parole della seconda terzina del Canto III dell'Inferno.
*******Questa mia poesia segue lo schema metrico dantesco delle terzine con rima incatenata ABA BCB CDC, ma non è in endecasillabi, a cui ho preferito versi da quattordici e tredici sillabe più idonei all'ispirazione nonché allo sfogo che mi premevano.