Diario della morte italiana

Diario della morte italiana

venerdì 6 dicembre 2019




L'arte nella scarpa



Il mio essere fiero e indisciplinato mi ha reso lo scrittore che sono, con decine e decine di opere accatastate negli angoli più bui della casa.

Fiero perché non ho voluto mai pagare per pubblicare, e indisciplinato per lo stesso motivo.

Ma ciò arreca danno non a me, che non voglio diventare un altro libro su uno scaffale, bensì agli editori, che finora non hanno ricevuto da me neanche un soldo bucato.



***


Il mio maestro cinese di tai chi, sette anni fa, quando ho inizato l'arte del tai chi, mi ha insegnato che praticando con il mio specifico corpo (quale esso è) e con la mia specifica mente (quale essa è), ovvero valutando nell'oggi (l'oggi di cinque anni fa) e proiettando nel tempo gli elementi che mi compongono  e che determinano il mio grado di agilità, elasticità, forza, grazia, ecc. così come il mio grado di comprensione, determinazione, costanza, praticità, ecc. sarei diventato maestro in dieci anni.
Dieci anni.
Oggi, nel 2020, se i calcoli furono giusti, posso affermare che fra tre anni sarò maestro. Lo posso affermare senza dubbio in quanto da allora fino a oggi ho proseguito nell'arte senza perdermi, senza interrompermi, né modificando o avendo subito modifiche sul piano di quegli elementi corporei e mentali in base ai quali sono state fatte le dette proiezioni sulla mia persona. Posso dire infatti che mi sono conservato uguale o molto simile, a parte qualche anno in più e una muscolatura più sviluppata che mi rende più ampio nel petto e nelle spalle. A questa lieve modifica tuttavia compenso con una maggiore robustezza di gambe. Anche l'ernia alla prima vertebra bassa (L5S1), che per alcuni periodi mi aveva impedito di allenarmi, negli ultimi anni non si è più manifestata, e questo anche prova che il mio corpo si è assestato nell'arte quanto la mia mente si è organizzata nel controllo del problema. In questi anni ho continuato con costanza l'allenamento, e l'ho anche ampliato imparando e praticando, ormai da circa tre anni, un'altra forma (modello, sequenza) di tai chi e due nuove forme in altre discipline affini. Le quali forme sono sempre in via di perfezionamento, ma del resto così è sempre, anche con ciò che conosceremo magistralmente.
Oggi posso dire che chi vuole imparare da me non potrà imparare le stesse cose al mio livello se non facendo un percorso simile. E questo percorso non si può abbreviare, a meno che il novizio non abbia innati elementi corporei e mentali superiori ai miei. In ogni caso nessuno può derogare dalla pratica, e tale regola non ha eccezioni. La pratica e l'arte sono identiche, e il genio e il talento e l'intelligenza e l'agilità migliore e ogni altra dote possono solo fare in modo di rendere la pratica una quetione di eccellenza, ma non di evitarla. Chiunque si cimenti nella pratica non potrà comprendere l'arte senza la dura pratica dei mesi e degli anni. Chiunque abbrevi il prercorso fisico, sviluppando prima di altri la muscolatura, il respiro e la dotazione fisica adatta e migliore - anche prima di me quale insegnante che non sono - tuttavia non potrà di molto abbreviare il pecorso mentale, che necessita di un tirocinio diverso, di un allenamento contestuale ma anche fatto di profonde riflessioni, approfondimenti su testi anche inediti, letture varie e studi pratici e teorici di ogni sorta. Ad esempio, è grazie alla mia riflessione empirica sui testi della magia daoista, che parlano di "cinabri", "cieli interni", "rivoluzione celeste"... che ho capito come "far depositare" il Qi quanto basta per innalzarlo al cinabro intermedio, sebbene la questione dei cinabri sia ancora criptica e oscura ma forse un domani, quando sarò maestro, la comprenderò totalmente e saprò muovere il respiro-Qi ancora meglio. Forse, più del percorso corporeo, è comprendere il "discorso" della linfa vitale il nostro scopo. "Linfa vitale" non è una frase idiomatica del tai chi, che i cinesi chiamano Qi e basta. In ogni caso, la traduzione dal cinese usa frasi quali  "soffio vitale", "energia vitale", "respiro in azione (Qi gong)", e non il termine "linfa".
Il respiro:
        "dilata il corpo e lo brucia e lo trasforma
        - “puoi respirare come un neonato?"

Io uso il termine linfa per vari motivi, in primis perché il tai chi si pratica meglio tra le piante. Io credo sia quasi impraticabile in una palestra o in un ambiente di cemento, tanto per esemplificare. Il  respiro che fluisce nel tai chi, il cui scopo è proprio il flusso di respiro, è a mio avviso paragonabile alla linfa e al flusso di questa dalla terra alla cima, che è lo scopo dell'arte di essere pianta, se vogliamo dirla così. Ed è un'arte alquanto magica, tanto che ancora oggi l'uomo non è riuscito a spiegare come faccia una sequoia a portare la linfa dalle radici alla foglia più alta. Capillarità, osmosi e traspirazione non sono spiegazioni sufficienti. La linfa è una sintesi di acqua e zucchero, quest'ultimo viene aggiunto dalla pianta all'acqua raccolta dal terreno. L'acqua scorre nel mondo, la linfa scorre nell'alburno della pianta e la vita scorre in noi in varie forme, acqua, sangue, respiro, energia, ecc. Il Fluire è quindi lo scopo, è lo scopo dell'arte di vivere, potremmo dire. Al fluire esterno noi aggiungiamo il nostro fluire e via dicendo. C'è insomma una vita del mondo che noi facciamo nostra, a cui noi aggiungiamo noi stessi, ma questa stessa vita generale è il nostro ambiente. Per questo mi sembra impraticabile astrarre dal fluire del mondo, e cioè dalla natura, che è fluente per eccellenza, un'arte come il tai chi. Tuttavia lo si vede spesso praticare nelle palestre, in quella sorta di pace ovattata e su certi pavimenti lisci o tatami che bene si prestano all'intimità del raccoglimento, ma che non restituiscono il fluire con il fluire. In questo senso il concetto di soffio vitale non esiste solo nel tai chi ma può darsi anche in altre discipline dell'uomo in cui il controllo del respiro si rende necessario. Tuttavia, io credo che il Qi sia un concetto piuttosto specifico dell'arte del tai chi, anche postulato scientificamente, oltre che magicamente. Il tai chi è scienza e magia al contempo. Del resto, come ci insegna lo storico delle religioni rumeno Mircea Eliade, la chimica è una scienza che nasce dalla magia trasformatrice di metalli. Ripeto dunque questo mio verso:
(il respiro...)
dilata il corpo e lo brucia e lo trasforma

Tornando all'approccio fisico e all'approccio mentale, coi loro percorsi simultanei, legati e separati, possiamo dire che a parità di muscoli, respiro e flessibilità nei praticanti, tuttavia non si avrà mai una parità mentale tra di loro, a meno che per un caso fortuito le personalità non siano identiche o con identiche percezioni. Ma esistono persone identiche? O persone in grado di percepire una cosa nello stesso identico modo? E' alquanto improbabile poiché se la materia del tai chi è eterea, ideale, filosofica, etica, estetica, magica, scientifica e spirituale, il dispositivo cognitivo dei praticanti sarà tanto più ampio e quindi suscettibile a approcci e percorsi diversi.                                                      Abbiamo assodato, dunque, che i praticanti sono tutti diversi, come i lettori di un libro. Questo è un punto che un maestro deve considerare sempre quando si relaziona con gli allievi. Gli allievi possono quindi essere più o meno esperti o maestri loro stessi. In quest'ultimo caso i maestri comprenderanno meglio i maestri, anche se di discipline diverse, dato che vi è un elemento comune a tutte le arti, tra le marziali come tra le "belle arti". C'è un elemento comune tra la pittura e la danza, tra il cinema e la musica... e se affermassi che vi è un elemento molto comune e addirittura identico tra la scultura e il tai chi non sbaglierei, anche se chiunque penserebbe che sono matto. Tra il tai chi e la scultura vi sono almeno due elementi identici : la volontà di scolpire e la pratica fisica dello scolpire. Potremmo anche vederne un altro, molto michelangiolesco e neoplatonico: la lotta tra spirito e materia. Una lotta con la materia che nel tai chi è forse superiore a quella di chi da un blocco di marmo ricava delle figure. E c'è l'elemento del grezzo che diventa liscio, e del corpo dello scultore che s'infrange sulla pietra. Il lavoro di scultura è del resto comune a tutte le arti. Un ballerino non è forse una scultura? Ma è una scultura sia per la pratica corporea che lo rende tutto muscoli e tendini, e duro come il marmo!, sia per il fatto che questa scultura corporea a un certo punto perde quasi di vista se stessa, quando la ballerina diventa maestra, e l'arte s'impossessa dell'uomo e lo nutre come la linfa l'albero.
Vi è una scultura interiore, invisibile, data dalla volontà di scolpire il carattere, allenare l'anima, la cultura ecc. Scindere la linfa dall'albero è impossibile come scindere la vita dall'arte, a quel punto. Ma anche nell'essere albero, se vogliamo, c'è un punto in cui l'albero è albero, o l'albero è ancora novizio, non ancora albero. Quando l'albero che è un maestro della sua essenza non possiamo spezzarlo con le mani, a meno che non siamo maestri nella terribile arte della distruzione manuale degli alberi. In genere ci vuole la sega, mentre per i "non alberi novizi" o "aspiranti alberi" possono bastare delle mani ben allenate. Faccio questo esempio perché io stesso ho spaccato a manate dei piccoli alberi tagliati dai potatori e lasciati sulla strada, ormai morti. Gli alberelli aventi anche sei  centimetri di diametro si possono spezzare a colpi di mano aperta senza troppo sforzo e senza allenamento, ma con l'allenamento tutto cambia. 
Tra l'uomo e l'albero vi sono non poche differenze, ma meno di quanto crediamo. L'albero, anche quando non deve puntare al cielo per avere luce, cresce dritto e non in diagonale per una precisa volontà: evitare che il vento lo abbatta, o che lo abbattano gli animali, o una frana del terreno.  Ora, come si vede, sia la posizione eretta nella lotta, o arte di vivere, sia la traspirazione come spiegazione del flusso linfatico, o respiro vitale, sono elementi comuni tra noi e gli alberi.
D'altronde, anche noi traspiriamo.

sii respiro nel ventre, sede di calore
e pulisci tendini e muscoli con vapore;
e suda, così, con silenzioso Agire
e urla, per rompere questo tuo Silenzio,
batti il tallone sulla terraferma, scuotila!

La pratica fisica affinata nel tempo è già metà conoscenza, (e anche questo ci accomuna agli alberi), l'altra metà appartiene invece alla sfera della comprensione umana per antonomasia: il pensiero.  Il pensiero di un novizio molto intelligente può intuire senza strumenti alcuni elementi dell'arte, ma l'intelligenza non è l'arte. L'intelligenza è anzi ingannevole, se non viene controllata dalla pratica. L'intelligenza ci fornisce dei buoni spunti nella pratica e nella teoria, ma la pratica contraddice sempre l'intelligenza. L'arte è una cosa più pratica di quanto si creda oggi, in questo mondo di teorici dell'arte. Per questo un intellgentissimo novizio può tener testa al più "stupido" maestro, ma anche il maestro meno perspicace sarà almeno mille volte superiore al novizio. La pratica è una forma di intelligenza a sua volta, che si alimenta dell'intelligenza cerebrale pura e la contrasta. L'arte non è solo la pratica pura, orba di conoscenze, dati, informazioni, sapere teorico ecc. altrimenti sarebbe uno sterile copiare i maestri o una strada senza sbocco conclusa nell'allenamento fisico e nella ginnastica. E' così che corpo e mente, infine ,si rivelano una sola cosa, e ritornano uniti, amoreggiando e osteggiandosi. Perciò chiedere allo spirito di liberarsi del proprio corpo sarebbe come chiedere al corpo di liberarsi della propria carne. Il pittore che si è liberato del colore ha squarciato la tela, l'ha bucata, l'ha bruciata e questo è stato il suo percorso artistico:

"Qi è Respiro non perduto, afferrato,
soffio che muove il fuoco
(...)
e la gru che apre le ali...
tutto dentro una minima Arte, immensa Espressione
di chi torna così al puro uomo originario,
e rilascerai nell'aria il tuo Dolore e il tuo Nome
finché, così spossessato, così impoverito,
così fuso con la natura, sarai felice
e trasformerai finalmente il respiro in Qi 


***

Tornando al poeta, al narratore, allo sceneggiatore, al drammaturgo che io sono, artista come io sono per migliaia e migliaia di pagine scritte in trent'anni di pratica ( la mia prima poesia mi è venuta a tredici anni, la mia prima raccolta a diciassette). Poeta per almeno mille poesie superbe, su tremila.  Narratore per almeno due racconti forzuti, su cinque. Sceneggiatore per quei miei due testi eccellenti e un altro in arrivo, e per altri due molto validi ma sospesi. Drammaturgo perché lo sono stato, con sei opere teatrali molto valide, e altre tre da rimaneggiare. E poi ancora: alchimista della musica, non ancora musicista, lontanissimo dall'esser maestro, forse fra vent'anni!                                                    Detto questo, posso ora affermare che di certo in una di queste arti sono già maestro. Benché noto solo a me stesso. Ma abbiamo davvero bisogno degli altri - dei critici laureati, che spesso sono anche lettori ingaglioffiti nel professionismo ed editori cinici -  per giudicare la nostra arte in modo imparziale?  E se il critico d'arte fosse parziale? Se non avesse alcuna intenzione di promuovere chi non offre nulla al mercato?

"dalla Pratica fatta Arte
una sfera di Energia Vitale
dalla materia del corpo
salirà dal passato al Presente
e dal ventre molle al cranio duro,
e la scatola quadrata della vecchia mente
con dentro la forma del vecchio Destino
fatto di millenni, pesi e nomi
soffiando svanirà nel vapore,
e il corpo sarà trasparente
dopo esser stato solido dov'era molle
e vaporoso dov'era solido;
e qualcuno forse ti vedrà,
quel giorno stabilito dal tuo Tempo interiore,
dove tutto sarà come increato e postumo
e il tuo cuore sarà calmo
e le mani saranno spalancate dal respiro
e la fronte sarà la fontana
e ogni osso vecchio sarà tornato verde,
e come vento improvviso tra gli alberi immobili
il tuo movimento sarà lentissimo e velocissimo
e sarà percepibile fuori dall'indicazione del Maestro,
del Libro, e sarà brezza nata dal tuo Vuoto,
dalla tua Mancanza di ostacoli,
dal tuo Anonimato"
(...)

Quando sarò maestro nell'arte, darò al mondo cose che in modo splendido posso affermare saranno comprese solo dai maestri. Posso anche fare qui una provocazione e dire che se dovessi fare dei film, questi sarebbero vietati. E non ai minorenni, ma a quei maggiorenni che non sono abbastanza eruditi nell'arte, o non sono adatti né inclini né intelligenti per avvicinarvisi.

"Vietato a chi non è abbastanza erudito o pronto", questo sarà scritto come divieto.

Parole dure per coloro che saranno riprovati, e cioè la maggioranza. E tutti i maestri allora rideranno dei mediocri che ora ridono di loro.  L'inetto smetterà di ridicolizzare l'abile. L'ignorante diventerà man mano erudito, come stava succedendo nel mondo prima che questo fenomeno non venisse controllato dal potere. La conoscenza del mondo passerà attraverso l'arte, che ritornerà in mano ai maestri, che sono i più alti in grado. Anche scienza e tecnologia saranno riviste, nell'ottica di un uomo nuovamente artista. Questo significa che i dittatori di ogni risma, e i potenti, e gli affaristi e tutti coloro che detengono il Potere del Distruttivo Cinismo attuale (che si potrebbe anche leggere P.D.C, e cioè Partito Democratico Cattolico) avranno ruoli riposizionati all'interno del nuovo potere, che sarà affidato a dei puri maestri e quindi non sarà un potere con i connotati tradizionali del segreto, della trama, della brama, della violenza, della conservazione, ecc. Per fare un sempio, è come se le cure del pianeta fossero affidate a Emily Dickinson. Poetesse e poeti come lei riuniti parleranno, e sarà questo uno dei parlamenti migliori del nuovo mondo. E i Pasolini saranno finalmente ritrovati e ascoltati, e applicati in politica. I Mircea Eliade i nuovi maestri delle Chiese. Vi saranno dei test, chi non li supera non potrà proseguire il lavoro di questi e altri maestri. Qualcuno potrebbe con obiezione definirla "la costituzione di un nuovo regime". Sì, vi sarà un nuovo regime: "il regime dei maestri", ma come ho accennato sopra non sarà inteso alla violenza bensì alla giustizia. In base a quest'ultima, quindi, una volta messi ai ferri i grandi criminali in giacca e cravatta, ecco che il candore fanciullesco e anziano dei maestri rigenererà in poco tempo il mondo.
Se sarò ancora vivo e sarò riconosciuto maestro, o anche un "degno seguace con accesso al credito culturale" (e non al "credito economico", dato che non vi saranno più uomini distinti dal denaro - grazie alle nuove politiche) , allora mi divertitò, perché sarò particolarmente dispettoso e cattivo.        Stabilirò le mie condizioni. La prima: "solo chi sarà approvato da me o dai miei seguaci-con-accesso- al-credito potrà accedere alle mie opere". All'inizio solo in pochi potranno bearsi dei miei frutti, ma più avanti saranno molti di più per via della crescita culturale (altro termine mutuato dall'economia -  "crescita economica" - di cui non avremo più bisogno, grazie a maestri che furono poverissimi come Sandro Penna e quindi ai suoi discepoli, che saranno tesorieri degli Stati). Ad Alda Merini ed Ezra Pound, ovvero ai loro seguaci ministeriali, sarà affidato il ministero della  sanità.  In realtà non vi saranno neanche più minsteri, ma tavole rotonde all'aperto, e questo anche grazie al maestro Kafka.

Se penso a chi pubblicherà mai le mie opere, beh, quel giorno gli editori faranno la fila. Ma non invieranno più lettere come me ne inviarono: volte a convincermi a pagare, di cui un giorno o l'altro puibblicherò il carteggio: Editori Riuniti, Manni, Campanotto editore, dove la parte economica della lettera è addirittura scritta a penna.  Riproverò gli editori e i produttori che conosco per la loro furbizia e venalità, per la loro complicità col vecchio potere, e abbraccerò quelli che si distingueranno per erudizione e coraggio. Non vi saranno mai editori di regime, perché il regime dei maestri non sarà un regime nel senso comune, ma una dieta del mondo.
Dicevamo quindi che solo gli editori e i produttori eruditi potranno divulgare le mie opere, ma se non ce ne dovessero essere di "imprenditori" così fatti (dei non-imprenditori), allora vorrà dire che non avremo bisogno neanche di passare nei vecchi ingranaggi. Pubblicheremo e distribuiremo le opere magistrali secondo nuove regole di edizione e distribuzione. L'arte fittizia e mediocre sarà messa al bando, e coloro che si reputeranno "maestri messi al bando" potranno fare ricorso ma solo portando elementi convincentisulla loro maestria. La "tavola rotonda degli inascoltati" li ascolterà, e tutto il mondo potrà bearsi del procedimento legale, che sarà trasformato in dibattito culturale mondiale. I Tarantino, i Von Trier e i Muccino, tanto per fare alcuni esempi, dovranno provarci che la loro arte va oltre l'Infantilismo, il Malinconismo e l'Americanismo che rispettivamente li contraddistingue, elementi questi che sono oltre che mediocri anche degenerativi e diseducativi per l'Uomo.  Gli avvocati che vorranno difenderli dovranno essere molto più eruditi nelle arti che nel diritto. 

Solo in pochissime librerie, o forse in una sola, io offrirò alla consultazione le mie raccolte di poesia. Appariranno su uno scaffaletto chiuso a chiave e sotto vetro, per vietarne la consultazione a tutti, e solo chi supererà il test da me congegnato potrà fruirne. Questo avverrà negli orari e nei giorni in cui tutti lavorano. Anche i maestri dovranno sacrificarsi per leggere gli altri mestri, senza sconti per nessuno.
Per il teatro e il cinema, il pubblico approvato potrà entrare in sala ma solo ad orari non borghesi né popolari, quando i professionisti sono molto attivi e i lavoratori lavorano. Chi crederà sacrificherà la pausa pranzo. Custodiremo la vera arte in un regime severissimo, più ostico e sicuro di quello delle banche. 

***

Tutti potranno diventare maestri o come seguaci degni accedere al credito culturale, che non sarà mai confuso con il successo, dato che i loro nomi resteranno più possibiolmente ignoti. Tra tutte le arti e tutti gli stili, le scuole e le correnti, vi sarà comunque un filone riconosciuto più utile alla dieta del mondo, a cui per questa ragione si darà più spazio finché l'Uomo non sarà risanato. L'arte dei maestri più salubri sarà quella sublimemente realista e sublimemente fantasiosa o simbolista. Il realismo contemporaneo vero ( Virzì, Rovere e soprattutto tant anonimi) sarà finalmente liberato dalla confusione con il naturalismo impostore di questi ultimi anni ( Garrone, Lucchetti ecc. per il cinema, De Cataldo, Ammaniti per la narrativa, ecc.). Allo stesso modo il vero fantastico sarà liberato dall'infantile fantasy e dal filone dei supereroi. Credetemi, l'infantilismo è talmente problematico oggi che bisognerebbe creare, come quello anti-mafia, un dipartimento anti-infantilismo. Beninteso che nessuno sarà eliminato, nememno il tronfio uomo infantile o il tronfio malinconico/depresso, ma a queste persone malate sarà data la possibilità di curarsi. Che forse si risolverà in Tutto l'amore che non hanno mai avuto. L'amore, ovviamente, sarà demistificato e de-istituzionalizzato, liberato dalla professione pretesca e dalle lacrime televisive, per esser ridato al mondo in forma nuova, ponderata e umile, naturale. Sarà anche redistribuito, come il denaro. In questo senso i David di Donatello non andranno tutti al suddetto Matteo Garrone ma anche ai poveri, tra questi penso a registi validissimi quali Alice Rohrwacher, Giorgio Diritti, Vittorio Moroni e altri che essendo anche più "anonimi" come posso ricordarne i nomi?  Ai maestri le cui opere sono umili ( ecco che ritornano quindi gli anonimi, come i nuovi trionfatori), ed efficaci sul piano della diffusione dell'umiltà, sarà affidato il ministero dell'Umiltà. Il nome del ministero potrebbe essere "Umberto Saba". Chi potrà accedere a questo ministero saranno solo coloro che conoscono la poesia della capra, tanto per fare un esempio su come funzionano i test della Nuova Cultura ed Erudizione. Quella capra in cui il poeta Saba si rispecchia, il cui belato coincide con il suo dolore. Mai versi sono stati più umili! E in quanto a malinconia/depressione, seppure Saba ne fosse affetto, questa non si impose mai al mondo.                   La capra di Saba entrerà nei libri scolastici, e proporrei di mettere una capra sulla copertina. Altro che la cavallina storna di Pascoli! Mai versi sono stati più rozzi. A proposito dei "poeti dell'obbligo", quei tre italiani ottocenteschi che tutti conosciamo, ebbene posso anticiparvi che saranno studiati per ciò che sono. Al fascista, snob e retorico D'annunzio tochherà certo la sorte peggiore. Del resto, nella nostra dieta salutare non dovranno esserci cibi così stantii. Faremo posto al valore e al merito sia umani sia artistici. Di ogni artista sarà dato anche un ritratto biografico, poiché nessuno sarà maestro nascondendo se stesso. A questo mondo che ha bisogno di Trasparenza daremo Trasparenza. Al mondo che ha bisogno di uscire dalla rozzezza toglieremo come il rozzo Pascoli molti altri. Ma come ho detto non sarà un'epurazione poiché il nuovo mondo non sarà nuovo se non sarà salvato dalla violenza. Una specifica e aperta valutazione sulla dimensione artistica dei propri maestri prnderà il posto dell'ignoranza violenta dei molti editori e produttori attuali. Di certo l'allegro,violento Tarantino non sarà contento di uscire dal Paradiso insieme con il depresso Von Trier. Quella malinconia astratta e cerebrale degli artisti, che rende celebroleso chi se ne fa discepolo, avrà dura battaglia, come tutto ciò che è accidioso e vizioso, e perverso nel suo molle crogiolarsi. L'arte ritornerà ad affermare la vita e la realtà ( pure nella tristezza e nel dolore), contro questa onda immane di cadaverica mollezza e di irrealtà inveterata in un quasi dogmatico irrealismo. A cui del resto anche gli stessi artisti dei Cahiers du cinema l'hanno ridotta. Dibattiti veri, stroncature sonore faranno vibrare l'aria. L'umile e reale luce umana, che è fonte e garanzia di salute collettiva, illuminerà tutte le sedi preposte all'arte e uscirà incontenibile fuori da quelle finestre. Anche le peggiori televisioni ne saranno ripulite. I sontuosi vermi si contorceranno nelle loro cravatte. Le donne-vermi nelle loro gonnelle.
Saba, Penna, Gatto, Vigolo, Caproni e tanti altri maestri non hanno mai ricevuto riconoscimenti facili, né si può dire siano mai stati davvero riconosciuti se oggi questi nomi, già a pochi decenni dalla loro morte,  suonano ignoti a molti, e sicuramente ai nostri ragazzi. La cultura consumistica li ha spazzati via in pochissimo tempo. La televisione li ha sostituiti con falsi intellettuali urlanti e altri mostri, compresi i bravi cantanti ragazzi che volano da X-factor e altri format simili. Ah, quanti ne produrranno di questi FORMAT se non giungerà presto quel giorno, quel giorno in cui non vi saranno più "formattazioni culturali"; e spariranno anche le guide rosse dei festival con gli attori blasonati, con i conduttori abbronzati, ecc. Ogni uomo prostrato nel denaro e nel potere sparirà, o tornerà umile, e per questo buon per lui potrà essere riamato da qualcuno.
Ogni grande maestro ha compiuto questo percorso di riappropriazione di sé nell'umiltà, e per questo anche il mondo lo compirà. Insieme con il Saba della capra potrei citare il Pasolini di Trasumanar, che quasi smette di esser poeta per diventare un compilatore di verbali, di bollettini, un facitore di annunci e frasi apodittiche "strampalate". Come Ginsberg che comincia a cantare poesie-mantra buddiste, o quel "pazzo" di Pound. E in questo solco di umiltà e realismo ecco che ripartirei proprio dalle poesie-liste-mantra di Ginsberg, registrazioni in automobile, squasmosi grumi di appunti.
Perfino il nobel alla poesia Eugenio Montale divenne maestro quando smise di essere quel premio all'ermetismo che era e si convertì, da linguista puro e prezioso, a poeta quasi prosaico, dialogico.  Fu in quel momento che la sua vecchiaia diventò fanciullesca, da maestro anziano rinato.

Se volete sapere quale opinione ho dei veri maestri, è questa. E' cioè tutta nell'idea che chi è davvero grande può uscire dalla lingua e abbracciare il suono, quindi la strada, la terra, la realtà, la natura. Vi sono molti esempi che potrei fare dove gli artisti - poeti, narratori, pittori, scultori, ecc. - lasciano l'arte come sistema, come prigione, per qualcosa di diverso, che tuttavia è arte, ed è il vero approdo.  Diventati fluidi pur conservandosi coscienti, non automatici, non flussi inconsci, la presenza di questi artisti sulla Regola linguistica, sulla Disciplina, sulla Tecnica - ormai benissimo apprese - si sfalda, fonde, muta... e allora raggiungiamo quel qualcosa, e non sappiamo bene cos'è, tanto che crediamo non sia poesia, non musica e neanche grammatica corretta... e allora un po' ce ne pentiamo, perché ci sembra di errare, di fare errori, e ce ne vergognamo pure, e quale editore potrebbe mai comprenderci, mentre invece, se potessimo vederci, così abili, e se potessimo leggere quello che scriviamo....

Il mio maestro di tai chi diceva che bisogna osservarsi nello specchio, mentre si pratica. E' anche utile videoriprendersi e osservare il filmato.

"spostati, sposta il respiro
dalla bocca all'addome,
dietro l'ombelico,
e da questo alle punte delle dita,
a poi al petto, e da questo al piede
e fin sulla testa, condotto da Volontà,
guidato da Abbandono;"


Nel tai chi quando la mente non è "vuota" come dovrebbe, ma piena delle nostre paure o del nostro zelo messi nell'arte stessa, o quando pensiamo ad altro, tutto è perso; la pratica cessa di essere allenante e l'arte va a farsi friggere. O perché non stiamo più nell'arte o perché ci stiamo troppo, compiamo lo stesso errore. Il vero buon nulla è un vuoto ricercato, è conseguenza dell'arte stessa e non un ordine che possiamo imporci. Un vuoto, cosiddetto, che in realtà è un pieno di artistco vuoto. In altri termini: se pensiamo al bicchiere da cui stiamo bevendo non gustiamo l'acqua, ma se pensiamo a tutt'altro rischiamo addirittura di strozzarci.
L'attenzione serrata nei confronti della composizione letteraria, dell'espressione, ecc. ricorrono normalmente nelle opere minori degli artisti, mentre è l'elemento semioscuro, tra ponderato e imponderato, che normalmente comporta la cifra magistrale. Una forma di oscurità compresa, non completamente illuminata dall'artista  ma la cui luminosità arriva ad illuminare la sua opera. Quel qualcosa che nemmeno l'artista sa bene, né da dove sia venuto, né cosa voglia dire in ogni sua parte, ma che è venuto certamente perché in quell'opera corpo e mente sono fusi, pratica e teoria sono unite. Si portrebbe quasi dire che il poeta riesce a dare alla luce, con lucidità, qualcosa di oscuro. La mamma ha coltivato bene il nascituro dentro di sé, lo ha ascoltato, lo ha visto nei suoi sogni... lo partorirà come un sogno oscuro quindi, ma anche come un essere carnale che la luce e l'aria faranno piangere.
Nel tai chi, pensare al movimento successivo è dilettantesco, ma il non pensare alle "mosse" che abbiamo imparato è presunzione arida ed errata. Se non pensiamo alle mosse non siamo lucidi nell'arte, se però crediamo di sapere (in quanto l'abbiamo già pensato le mosse negli anni precedenti, quando eravamo dilettanti) perdiamo il piacere e la visione; da qui l'aridità e l'errore che dicevo.  In queste condizioni la via del sapere è già chiusa, e rischiamo di restare o dilettanti, o aridi, in eterno. La nostra costante ansia di conoscere, fusa alla nostra abilità di conoscitori, sono come Jin e Jang in equilibrio. La nostra difficoltà espressiva, fusa alla nostra abilità espressiva sono generalmente la rivelazione stessa del mistero artistico mentre si compie. Il maestro che insegue, che cerca, che corre dietro alla sua preda figurativa senza mai afferrarla con precisione e abilità estreme e matematiche fa sì che la cosa resti avvolta nel mistero pur essendo rivelata. Se è davvero un maestro sa afferrare una zanzara con due bacchette cinesi? E magari senza ucciderla? No. E' ridicolo. E' ridicolo come gli ultimi film di arti marziali in cui i maestri volano sui tetti. Sul piano marziale sono errati, dato che come ho detto fin qui è nell'umiltà e nella realtà del corpo dell'artista che avviene l'arte, non nel perdere l'umile e reale forma umana per acquisire quella di un supereroe o di un volatile. Altra cosa, invece, è riuscire, fuori dagli effetti speciali del cinema, a compiere il volo restando umani.  Nel suo libro il maestro Cheng Man Ch'ing racconta di un anziano maestro di tai chi che volava tra gli alberi, ed egli lo ha visto coi suoi occhi.


Sotto questa luce, il perché Whitman abbia intitolato la sua più grande raccolta poetica "Fili d'erba" mi è chiarissimo. "Il soprannaturale non è che il naturale rivelato" dice Emily Dickinson, e guarda caso questa immensa rivelazione si riduce sempre a una piccola cosa umile. Più conquistiamo con pratica e fatica il sublime, il superiore, l'alto, il sacro, il difficile, l'impossibile, chiamiamolo come vogliamo, e più ci rendiamo conto che questo consiste nel poco, nel piccolo, nell'infinitesimo. E si dà maggiormente nella volontà di non dirlo, di non rivelarlo, di coltivarlo nell'intimo, nel quotidiano.  Il filo d'erba è come il verso rastremato. Il volo tra gli alberi è così naturale, se ci pensiamo. E quando l'uomo riesce a volare, perché dovrebbe correre in televisione a farlo vedere a tutti?

Ma se il piccolo diventa grande, se il quotidiano diventa l'assoluto, se l'erba diventa sacra, allora significa che il maestro che ha appreso tutto questo è  proprio come un bambino davanti ai mostri, quando si confronta con gli atti dei mediocri e dei violenti. Sarà per questo che gli atti dei violenti mi sconvolgono molto più di ieri? Significa forse che i maestri sono persone che  per sensibilità diventano sempre più fragili? Forse sì, ma ancora non posso dirlo, ne riparleremo fra tre anni.      Oggi posso solo dire che i grandi artisti creano dei fatti inossidabili, che somigliano a dei sassi. Quello che in realtà partoriamo, se siamo grandi artisti, sono dei sassi. Umili ma inscalfibili prodotti. Sì perché la vera arte è coriacea e incomprimibile, e come sasso anonimo viene lanciata nel mondo; e un domani, quando non dovremo più offrire nulla di masticabile alla bestia del mercato, la vera arte sarà un sasso rivelato, quel diamante nella scarpa di molti che non sarà più scomodo a nessuno. 

















giovedì 5 dicembre 2019







Piante






Erte nei vostri diritti o pendule,

predatrici della luce o pigre,


la Primavera è il vostro riscatto;

ma ecco l'estate, l'arido delitto



seguente, e già è vecchio il retaggio

nell'aspra luce nuova, nero privilegio



diventa la vita, e il tenero trifoglio

muta in ispido ritorto cespuglio.



In un giallo-nero vira ogni colore

e spaurito è questo nuovo stare



della Margherita, della maggese Spiga,

del Tarassaco che svela la sua fata,



se è già avvizzito ciò che ieri era ampio

e dove il campo splendeva di bianco



oggi è grigio, come l'Iris nel suo letto

le cui teste come mozzate cadono sul petto



di foglie stinte nel corpo adusto.

Dogmatico fuoco d'Agosto



a cui la terra diventa infertile,

polvere forzata, madre pazza e rettile



di cui perfino la farfalla è stufa

pur avendo ancora il muso da bruco.






















Il cuore

Dopo giorni
nell'inferno di questa Patria
che ormai si è dichiarata
"emergenza siccità"
la poesia è venuta

Una goccia o due
versate in questa notte,
irregolare precoce pazza puerile
solenne tragica rugiada
su questa radice che io sono,
mezzo americano
sognante l'West,
patata o fagiolo che sono
diventato, seminato da Thoreau

Fagiolaccio
allungato e crespo
sporco e vecchio
tra erbacce e suolo patrio
letto crespo
di lenzuola lise e sudate
così ingente d'ogni forma d'acqua
povero di versi e d'aria, assetato
eppure così acquoso
come Tantalo
poiché così è l'inferno

Con un ventilatore
cerchiamo risarcire
corpi bruciati e persi,
perché questo siamo
e i corpi ne sono parte

Letti di sudore
raccoglitori di spoglie
gialle tombe o dal colore
pastello capace, autoinganno!
momento felice del borghese
che in questo momento
consuma la sua vita intera,
finché le lenzuola si lacerano
sotto i nostri ansimi e scoprono
i materassi di piscio nero

Dal cuore balordo
una goccia
d'acqua salmastra,
o sia pure dolce,
residuo di qualche mare
o antico fiume
o  infuso di cicuta,
che però è subito asciutta
nel giorno che segue,
ché più intima della nostra poesia
è la nostra burocrazia, più forte!
Borghese o nazista o gesuita
dominio di razionalità,
eppure la sua buona facoltà
di bagnare e ancora dissetare
perché così è la poesia
quest'unica goccia ce l'ha

Goccia
fresca meravigliosa
che moltiplica in rivolo
e per addestramento di sé
poi ingrossa, destra
a dare un reggimento di versi,
non uno solo!
a risarcire, perfino a colmare
una Patria intera
e poi l'intera assenza d'Umanità,
in una notte sola.







***

Gli occhi servono a leggere o prevalgono molto più importanti?
- vedo certi flaccidi dotti riunirsi in brutte Università,
scrittori alzare appelli verso il proprio Editore (BUR),
occhiali televisivi e lenti spesse di burocrazia -
Va bene, torniamo alla domanda:
sono più importanti i tuoi occhi che leggono
beatamente in una notte chiara o nera
quando una lucetta alleata e amica
pian piano negli anni ti ama e ti acceca,
oppure sono più importanti i libri ?
Shakespeare e tutti i migliori poeti,
Dante, Goethe, Ginsberg, Emily

Lo spirito vola, l'anima è bella e il corpo bruto sta a terra?
- i corpi dei preti non sono meno insignificanti
dei corpi di quei scrittori e di questi burocrati bancari (BCE)
panciuti o consunti, nessuna conquista d'armonia -
E se torniamo alla domanda:
è più importante questo buio spirito
da prete incallito nei millenni,
da bancario, da impiegato assoluto
come Heichmann, del tutto privo di corpo,
o piuttosto l'anima esiste ed è buona
solo se è una lotta del corpo?
Michelangelo e tutti i corpi che lottano,
maratoneti, scalatori, apneisti, atleti



***

Il Dolore vero
di cui la piccola patria è parte
è una planetaria mancanza
è mondo
ma nessuno ha dichiarato
"emergenza dolore"

Dal dolore viene la mia Rabbia,
si dispone come freccia
su corda d'arco
e non c'è bisogno di toccarla
basta tirare la corda
con due dita inguantate

Perché la Rabbia è cosa fine
quando viene da fine Dolore
ed entrambi ci consegnano un arco
da toccare coi guanti



***

La rabbia. Sono noto per la mia collera.
Famiglia, amici, clienti, passanti,
il mio condominio, quello di fronte al mio...
chi non ha detto "lascialo perdere quello".
Un giorno danzavo nell'erba, ché tutti i giorni
per un'ora m'alleno nel tai chi, nello squallore
dei giardini romani gonfi di mozziconi e vetri
e tappi di birra, tra le erbette non curate
depresse fino alla radura indicibile, urtante!
 "Quello è pazzo e si vede pure che è pazzo"
 disse quella col cane contro cui urlai.
"Quello mi ha sputato", disse al suo ragazzo,
 e infatti è vero: le sputai, col sangue agli occhi,
quando dal mio dao silenzioso come pianta
mi forzò nel suo dao rumoroso di padrona
urlante più del suo cane. Fu un grande scontro:
civiltà del rumore contro civiltà del silenzio.
Cani, figli piccoli, ragazzi stupidi, adulti feroci,
automobili, allarmi, moto che rombano,
operai che demoliscono, camion che nettano
i secchioni, autobotti col cemento, autospurghi
e poi l'ultimo drogato, l'ultimo alcolizzato romano,
l'ultimo urlo di un presunto padrone del silenzio.   
Ma il silenzio non è tuo, è mio! Così è per natura.
La natura me lo ha consegnato, il silenzio,
come a un uccello, a una cicala, all'ultimo grillo padrone.
La stessa natura che al ventenne stupido col nasone
e cogli occhiali ha così presto tolto qualche grado,
mentre io ho così buona vista e quasi tutti i capelli neri.
Io animale di quest'Eden attraversato da carri armati,
io che imito la tigre e la gru ma senza emettere verso,
io che mi torco, nel paradiso più assurdo mai esistito,
e salto nell'erba e sbuffo e sbatto piede di Tai chi sulla terra,
sull'intero pianeta, tra mozziconi di nera civiltà,
con la mia rabbia pura, bianchissima, nera.
   








sabato 23 novembre 2019














La Natura non è più la metà in ombra dell'Uomo civile

Orfeo incontra Pan, e il poeta è più concreto

Alda riduce il Fumo, l'Ossigeno cerca i polmoni

La terra è un tollerato martirio, la pelle delle ginocchia si fa cuoio

Il pipistrello diventa un alleato, da lusingare coi fiori del Solanum

Noi assassini della cimice, mentre lei ci reputa amici

Sarà per lo stesso motivo che pure i grilli si rifugiano nelle nostre case,

a causa del freddo, però questi non li uccidiamo

Morte, morte, morte... anche le mantidi sono la Morte,

e lo sono i pettirossi ferocissimi, e carini; e i gatti

Erbivori e carnivori sono opposti e complementari in noi

come Yiiiiiiiiiiin e YANG

E smettiamo di essere Atei, nella natura santa

La maschera della Civiltà viene smarrita nell'erba

o resta chissà dove appoggiata, come una maglia pesante

in una domenica di sole









mercoledì 9 ottobre 2019















Salute, ciao

Salute, ciao,
salute a te lumachina nel prato,
immersa e schiumante nel pacciame
che è un bosco ad altre altezze, di schegge e perline

salute, ciao amico sconosciuto
dal nome “scoiattolo”,
tu serio, con manine, con dentini
tu che non affondi come me, per grazia, tra le nocciole

salute, ciao volo d’uccelli,
uccelli, in cori, in assoli
lo stormire vostro così adatto al giorno
e il canto prolungato così identico alla notte

salute, ciao pigri gattini
nati in una scatola, addormentati sorridenti,
abili verso le magiche cavallette saltellanti,
bella è la gioventù vostra, nella magia della Natura

salute, ciao mantide
che non fuggi mai da ciò che non sai,
tu che sfidi la falce e l’automobile, tu la più verde,
principessa della fragilità del piccolo mondo

salute, ciao potente capra
il cui sguardo non mente
tua è la sapienza, immensa ma a noi ignota,
di chi sa cogliere boccioli teneri, i fiori di poesia della Natura

(continua)





Lumache


Visti dall’alto siamo così:
lumache che schiumano d’orgoglio
credendosi  gonfie di grandezza
in false velocità di orologi tristi





  

lunedì 15 luglio 2019







Leggiamo da Il fatto quotidiano:

"Carola Rackete, arriva la medaglia d’onore del Comune di Parigi. E potrebbe essere invitata all’Europarlamento"
(...)
“il Consiglio di Parigi ha votato l’attribuzione di “100.000 euro a SOS Mediterranée per una nuova missione di salvataggio in mare dei migranti”.

Vi rendete conto che solo in un Paese ormai pienamente neofascista come il nostro succede che invece di premiare persone umane e umanitarie, le si insulta, le si denigra, le si arresta, le si mette sotto processo e , se non ci fossero state le forze dell'ordine, chissà se al porto di Lampedusa non le avrebbero anche linciate.

Andate a vedere il video dove la Maraventano, ex sindaco Leghista di Linosa, insieme con il suo branco di leghisti insulta e attacca con immensa ferocia l'equipaggio della nave.

Purtroppo questo CONTRATTO di governo M5S-Lega ci sta distruggendo, e dall'altra parte lo sanno bene.

Il MoVimento ha lasciato libero Salvini di pestare la nostra terra come vuole e di sputare sulle persone migliori.

Beppe Grillo, allora, si è tirato fuori. Il suo lungo post con cui analizza la crisi del MoVimento rivalendosi sulla pubblicità negativa che subiamo (e che secondo lui ci ha fatto crollare al 18%) e sul fatto che l'Europa delle banche si oppone fortemente al cambiamento che noi avremmo portato, in realtà non ci dice nulla di nuovo. E' tutto vero ma un po' riduttivo. Non abbiamo forse le nostre colpe in questa debacle?

Non abbiamo forse un programma che non è chiaro su alcuni punti essenziali quali l'immigrazione epocale cui stiamo assistendo, il problema dei fuggitivi e dei profughi, il salvataggio delle persone in mare, l'intervento in quei Paesi da cui queste persone fuggono.

Di Battista  deride la Sea Watch come un idiota, e lancia la palla lontanissimo, invocando un intervento diplomatico dell'Italia verso la Libia che non esiste né esisterà mai con certi Paesi africani la cui regia è autoritarista e neocolonialista. E ' come rifarsi su una filiale della Francia - caro Di Battista in cui tanto ho creduto - senza però voler scardinare il sistema neoimperialista dominante.

Grillo, che è più sensato, ed è il nostro faro, dice che dobbiamo tornare alle origini. Ma quali sono queste origini? Le rinnovabili, il rilancio della legalità, la "biodegradabilità" dei nostri deputati, oppure è un punto molto più profondo? Chi siamo noi? Siamo fascisti, neofascisti, conservatori, borghesucci da strapazzo, oppure siamo UOMINI? Siamo antifascisti si o no? Siamo più umani e razionali di questi MOSTRI con cui ci siamo sposati si o no?

Abbiamo fatto un governo con dei fascisti vecchi e nuovi, serpentacci disumani che additano i poveri, che sono gli Ultimi e i Piccoli, come i veri nemici d'Italia - ma non era degli ultimi il regno di Dio? Quindi gli immigrati devono tornare a casa loro ("L'Italia agli italiani" ecc.) , oppure arrivare contati nei "flussi", in base a quante braccia servono per raccogliere pomodori e altri sfruttamenti; e poi gli zingari (che devono pagare le tasse, e non devono stare nei campi ma nemmeno gli si deve dare la casa, vedasi qual che è successo a Casal bruciato), così come le puttane (che devono ritornare nelle vecchie case chiuse fasciste, come propone sempre la destra)... E intanto i Primi, i Grandi, che sono i furbi e i furbetti, banchieri e industriali, sono salvi e sempre più grassi.

Io credo che il MoVimento, per cambiare questo Paese, deve cominciare a denunciare queste cose, ad additare non gli immigrati, per giunta naufraghi, ma i banchieri e gli amici delle banche, da Merkel a Macron a Putin (vedi le ultime sui finanziamenti alla Lega). I veri nemici della democrazia, della gustizia, della legalità e di tutto non sono certo i nostri fratelli africani.

Io credo che per prima cosa il M5S deve recupeare l'umanità del popolo italiano. Senza umanità non c'è nemmeno giustizia, legalità ecc. Perché Umanità significa coscienza e sensibilità, e ogni altra conquista non è che una conseguenza logica.

Gli ultimi sgomberi a Roma imposti dal Governo contro la volontà della Raggi, di Roma capitale e del MoVimento la dicono lunga su come Salvini e la Destra trattano i poveri e il diritto alla casa. Da quando abbiamo scoperto che nel palazzo di Capound non c'erano i poveri, ma solo i fasciti riuniti, e abbiamo cominciato a pensare di sgomberarli, ecco che la risposta dei fascisti è arrivata! Ma scusate: dirsi "fascista" è reato, e pertanto vanno perseguiti. Eppure i Caspound lo mettono pure per iscritto di essere "i fascisti del terzo millennio". Perché dunque non arrestarli immediatamente? Se il MoVimento è nato per affermare la legalità, dovrebbe procedere a denunciare anche questo reato di apologia, invece di accodarsi dietro a Salvini che denuncia Carola Rackete.

Oggi, in Italia, chi si dice fascista è ammesso alle urne e conquista seggi, mentre chi si dedica a salvare della povera gente che emigra o fugge e naufra in mare, viene arrestato. E' questo il governo che vogliamo? E' questo il Paese che vogliamo?

Meglio analizzare bene chi siamo prima di ridurci di un'altra metà per poi scomparire avendo sulla coscienza pure la morte delle sorelle e dei fratelli africani, ovvero la complicità con il più volgare, vigliacco e violento fascismo che l'Italia abbia mai allevato.

Il fascismo storico uccise quasi 1 milione e mezzo di persone: 4596 persone condannate dai tribunali speciali, di cui 697 minorenni, 700.000 abissini uccisi nel corso della impresa Etiopica e nelle successive operazioni di polizia, 80.000 libici condannati a morire di stenti nelle zone desertiche della Cirenaica, 350.000 militari e ufficiali italiani caduti o dispersi nella Seconda Guerra mondiale
di cui 3.000 italiani morti in Spagna, 140.000 italiani morti in Russia, 30.000 italiani morti in Grecia, 110.000 caduti nella Lotta di Liberazione in Italia e all’estero e poi vi sono migliaia di civili sepolti vivi tra le macerie dei bombardamenti delle città che sfuggono al conto se non per approssimazione.
E poi vi furono innumerevoli combattenti degli eserciti avversari ed i civili che morirono per le aggressioni fasciste.

45.000 deportati politici e razziali nei campi di sterminio, 15.000 dei quali non fecero più ritorno. Di questi: 8.500 ebrei italiani, di cui 7.800 sono morti.
40.000 internati militari nei lager tedeschi e 600.000 prigionieri di guerra italiani languirono per anni rinchiusi in tutte le parti del mondo. Abbiamo poi 3.000 italiani morti in Spagna, 140.000 italiani morti in Russia, 30.000 italiani morti in Grecia, 110.000 caduti nella Lotta di Liberazione in Italia e all’estero, e numerosi combattenti degli eserciti avversari e infine quei molti civili che morirono per le aggressioni fasciste.

Riporto qui solo alcuni dati ( tratti dalla preziosissima ricostruzione storica di Marco Infussi)  per ricordare a tutti in quali mani siamo finiti.

Il MoVImento 5 stelle delle assolutamente distaccarsi da questi MOSTRI! Se il PD ha governato con loro per trent'anni, da quando fu PDS e poi DS, noi non possiamo ripetere lo stesso errore!

Ed ecco il fascismo di oggi, non meno violento se contiamo le aggressioni alle persone. Fino a ieri, prima che la Lega nascondesse la parolina Nord, vi era un'aggressione anche nei confronti degli italiani del sud. Oggi non c'è la guerra mondiale e dunque non vi sono caduti o morti fisici ma vi è un totale accanimento contro gli ultimi, i poveri, e contro i diversi di nazionalità e religione, come non vi è mai stato. E di nuovo contro gli zingari (che furono sterminati anche loro dai nazisti con la complicità dei fascisti), e contro gli omosessuali (basta andare sul sito dell'ARcigay per rendersi conto della recrudescenza di questo fenomeno) , contro le donne (vedi l'immenso sessismo che questi neofascisti spesso leghisti scaricano sulle donne, da ultima anche la Rackete, accusata di "essere stanca dei suoi quaranta negri").

Vogliamo veramente continuare a governare con questi MOSTRI?

Possiamo rispondere "sì" soltanto se a ogni loro insulto, a ogni loro violenza, a ogni loro empietà... rispondiamo con una forza opposta e contraria di pari vigore. Forse solo così riusciamo a distruggere finalmente il fascismo, a piegarlo, a farne beffa, a superarlo... insegnando a questa Italia un altro modo di essere.

Qui allego il link di una ONG che viene finanziata anche con fondi pubblici per salvare migranti e profughi nel mar Mediterraneo, e ritorno così al titolo con cui ho iniziato questo pezzo. Guardate il sito web della Mediterranée, che bella foto di presentazione hanno scelto, e con quale orgoglio la mostrano. Io sono con loro e con i PORTI APERTI SEMPRE!


https://sosmediterranee.org/




Allego il link al sito di Marco Infussi, che ringrazio di cuore per il suo antifascismo serio e militante.

http://www.marcoinfussi.it/mussolini-fu-piu-disastroso-dei-peggiori-governi-di-oggi-e-gli-italiani-sono-ignoranti-in-materia/#comment-140597

mercoledì 3 luglio 2019













Sea Watch



Ho cercato, fino a notte fonda (del 2 luglio 2019), un'iniziativa che fosse in sostegno della eroica nave See Watch (nella persona della sua capitana), a cui potessi disperatamente aderire. Non pensavo a una petizione, perché è troppo poco. E anche perché veramente la stavo già scrivendo, una petizione che avrei indirizzato al grassoccio leader del razzismo italiano (e della mostruosa piccoloborghesia del nord-Italia che egli ben rappresenta). Ma, ripeto, mi sembrava di fare troppo poco - e davvero lo è. In questi casi forse bisognerebbe partire subito, andare sul posto, per lanciare ai migranti i segnali di un'altra Italia. Prendersi dei giorni di stacco dalla grigia normalità asociale per agire come si deve, cioè gridando insieme con altri, sostenendo con vera socialità e non solo con firme e donazioni che in fondo ci lasciano nell'inconsistenza verbalista, che è la migliore alleata dell'asocialità.

Ma nel mare grigio di internet e dei mass media, solo la barchetta-petizione di Micromega mi è venuta incontro, quindi vi sono salito a testa bassa, ma senza esitare, e l'ho firmata. Oggi si può dire che è scaduta, perché Carola è stata liberata. Ho firmato questa petizione anche se dice chiaramente che il M5S - in cui nonostante tutto ancora credo - sta sbagliando, ed è vero. "Di Maio è accucciato sotto Salvini", testualmente. Ma è anche vero che nessun'altro pezzo forte del M5S a parte qualche voce sporadica e lontana si è levata a favore della Nave. Addirittura il MoVimento ha ritirato l'audizione in Parlamento alla sua capitana, su richiesta della Lega.

Ma non è questo il punto. Tutti noi stiamo sbagliando, se non gridiamo con la nostra voce "i porti sono aperti"! Perché i porti sono aperti in quanto da sempre sono luoghi aperti, guai se così non fosse! Avete mai visto un porto chiuso? O con degli orari di apertura? I porti non sono banche, anche se lo stanno diventando, come tutto il resto inglobati dal Sistema Bancario.

Nelle varie ricerche da me svolte nella feroce notte di ieri, in cui mi sono sentito davvero solo in mezzo al mare, mi è capitato di approfondire alcuni casi di violenze recenti commesse da minori in Italia. Ho letto di una babygang di Venezia che ha pestato tre bagnini, mentre un'altra babygang ha da poco ucciso un uomo anziano a Manduria (Taranto), e poi ho letto di altre, molte altre babygang sparse per il nostro Paese. E questo mentre viviamo un crollo demografico storico. Anche a Roma impazzano branchi di minorenni senza scrupoli, e già questa frase è orripilante ( si vedano gli ultimi fatti dei Parioli, di Torrevecchia, di via Cessati Spiriti, ecc.).

Ecco i figli di questa borghesia benpensante e indifferente che ha chiuso le proprie mentalità così come ha chiuso i nostri porti, e nei comizi urla e scimmiescamente salta: "chi non salta clandestino è" (vedi i comizi della Lega). Borghesia che in piazza si produce in frasi anche peggiori, che qui non voglio ripetere (vedi la manifestazione della Lega a Bologna https://www.youtube.com/watch?v=7U332BZjRR8 ). Gente capace solo di voltare la testa e indicare la diversa razza, la diversa religione e questa ondata di poveri come un male; oppure, mentre è priva di un senso concreto nel sentirli e trasmetterli, usa comunque chiamarli "valori", questi pseudoconcetti con cui alleva i figli-mostri. Valori umanitari che dall'altra parte, il PD, ha ridotto a vocaboli vuoti e sterili inglobandoli per tempo nel frasario bancario: "extracomunitari","flussi", ecc. (ricordiamoci che nel 1997 il ministro degli Interni Napolitano  mandò la polizia a manganellare i fuggitivi albanesi sbarcati in Puglia).

Ecco allora che la nave See Watch d'un tratto sperona le nostre coscienze, e le putride mentalità di questi italiani. Ma invece di tacere e cercare di comprendere, ecco che il leader di questi italiani con la I maiuscola - colui che è scampato al processo relativo ai fatti della nave Diciotti; un processo che lo avrebbe inchiodato alle proprie miserie, ovvero omissione di soccorso e contravvenzione alle norme internazionali che regolano il soccorso in mare - inveisce, gongola, si atteggia, forte dell'uso della legalità. Ma che non è legalità, bensì legalismo, cioè un'esaltazione schematica della legge. Ma non sempre la magistratura è così schematica e fascista come ci si attende, e Carola è stata liberata.

Il ministro dell'Interno ama giocare a braccio di ferro? E va bene. Ma oggi gli abbiamo spezzato il braccio!

Tra il 1861 e il 1985 sono emigrati più di 29 milioni di italiani, per diffusa povertà e voglia di riscatto, ed oggi che siamo un paese benestante ritiriamo la mano davanti a chi ce la chiede?

Dall'ottobre del 2013 all'ottobre del 2014 abbiamo visto l'operazione "Mare nostrum", dove la Marina Militare italiana svolgeva un'immensa azione di salvataggio, oltreché di ostacolo alla speculazione sui migranti che partivano dalle coste libiche. Ma anche questo progetto è sfumato, nell'ultima offensiva post-fascista. Il post-fascismo è oggi molto concreto e massiccio, e non è più solo ideologia, o nostalgia del passato ma è il vero presente italiano. L'Italia è oggi invasa da fascisti di ogni sorta, e non certo da gente umanitaria come Rakete. Il ministro Salvini continua a parlare di leggi infrante dalla Sea Watch,e alla banchina portuale di Lampedusa l'ex sindaco leghista di Linosa (Angela Maraventano) e altri camerati leghisti vomitano contro l'equipaggio della nave, portando anche insulti sessisti a Carola e alle altre donne dell'equipaggio ( vedasi: https://www.youtube.com/watch?v=DIZXVm5gxo0    e:  https://www.youtube.com/watch?v=p8N9LrCGT8k), perfettamente in linea con la tipica volgarità goliardica e maschilista dei vecchi fascisti. Neanche su questo si sono evoluti.  E tutto ciò mentre l'equipaggio stendeva un lenzuolo con sopra dipinto un cuore grande e rosso.

Una nave come See Watch pone una questione immensa, che va al di là della legge ma la comprende. E' il problema se siamo umani e quanto siamo umani.

In un "vuoto normativo", come dicono gli avvocati, Sea Watch supplisce privatamente all'intervento degli Stati nei confronti dei naufraghi, ovvero dei migranti in difficoltà.

Nessuno penserebbe mai di salvare dei naufraghi in modo "professionale", mentre Sea Watch lo ha pensato. Ma qui non c'entra la professione, dato che si tratta evidentemente di vocazione. Del resto lo hanno detto mille volte gli stessi fascisti: Carola è "ricca", ha la "panza piena", ecc (come se questi fascisti non avessero la panza piena! Basta vedere i conti della Lega, i 49 milioni intascati da Belsito e Bossi con maxi-truffa ai danni dello Stato, con condanna confermata a 3 anni e 9 mesi di carcere). 

Una nave autofinanziata non ha bisogno di lavorare come facciamo noi, che comunque riempiamo la nostra panza, ognuno a modo proprio e non abbiamo il diritto di additare gli altri per il nostro stesso benessere.

Dubitate forse della vocazione? Non è forse un vero prete o un vero poeta qualcuno che agisce seguendo la sua vocazione? E non vorrei che lo Stato si sostituisse ai poeti, ai religiosi e agli sportivi e a chiunque esprimesse una vocazione. Pertanto io non parlerei di vuoto normativo, o meglio non lo farei riempire dallo Stato. Benvenga che ognuno, nel suo piccolo, sia grande. Benvenga questa donna  tedesca che ha deciso di prendere il mare e la qualifica di comandante. Invece di delegare allo Stato, lei e il suo equipaggio sono persone che hanno il coraggio di operare secondo le loro coscienze. Prima di questa missione, che è parola quasi religiosa - ma non siamo forse nel campo della carità religiosa? - Carola Rakete era attivista sulle navi di Greenpeace, ed anche questo prova quanto dico.

Proprio come un profeta deve camminare e parlare alle persone, o come faceva il filosofo Socrate, Sea Watch deve salvare i migranti naufraghi nel Mediterraneo. E questo la porta sia tra il detto vuoto normativo sia tra le leggi infelici esistenti, che automaticamente vengono urtate. Ma la sua filosofia è di ferro come il suo volto sereno. E' il volto di questi leghisti che non è sereno, ma è sconvolto dall'odio. Eppure io sono sicuro che se la Sea Watch incontrasse un gruppo di naufraghi leghisti che avessero perso la bussola, li salverebbe comunque. 

Ma a parte gli scherzi, molte menzogne sono state dette per confutare la buona fede di questo naviglio e condurlo nelle acque mefitiche della propaganda. Ora mi aspetto solo che qualche segreto inviato del Ministero della Difesa o degli Interni vada a collocare della droga a bordo della nave, o delle armi, dato che tra la Libia e l'Italia vi è un vero traffico di armi, ma nessuno ne parla. Come tra la Francia e la Libia, ma il governo francese nega. Ma come, l'Europa non è impegnata a stabilire la pace in Libia? 
Ecco perché la Sea Watch ha definito la Libia "un porto non sicuro" per attraccare. L'autoritarismo libico avrebbe già ucciso questi suoi fuggitivi. E dunque questa considerazione del nostro Paese come un porto sicuro è un fatto meraviglioso, che dovrebbe inorgoglirci. Probabilmente in questo momento, mentre si trova agli arresti domiciliari, la fiducia della Rakete nei nostri confronti starà lottando con l'odio con cui alcuni di noi l'hanno accolta.  

Io credo che Sea Watch sia la battaglia umana e civile più interessante degli ultimi anni. Quello che il Partito Radicale non è più in grado di fare. Un partito di cui resta solo una radio che oggi parla senza sosta dell'evento Sea Watch. E questo significa che ho ragione a pensare che Pannella era un'altra cosa, almeno finché non si è alleato con Berlusconi.

Sea Watch è carità. Ciò che la Chiesa Cattolica non è più in grado di esprimere. Eppure la nave è attraccata proprio qui da noi, nel cuore della cristianità. Dov'è finito, mi chiedo, quel sentimento cristiano? E soprattutto: chi può dirsi veramente cristiano in questa Italia di Salvini e Maraventano? 

Sea Watch è l'ultimo baluardo umano e colorato in questo mare disumanizzato e grigio. Ma queste sono solo parole, mentre sono i fatti a scrivere le cose. Leggo dal loro sito che Sea Watch ha salvato finora 35.000 persone sperdute in mare (https://sea-watch.org/it/), mentre i megafoni posti sull'Italia continuano a vomitare insulti e menzogne - ma questa volta non contro la Rakete bensì contro di noi, come sempre. Dicono che siamo un Paese "sommerso da migranti" e ciò è semplicemente assurdo,  falso e strategico. I megafoni della propaganda non dicono che vi sono Paesi africani (inclusa la Libia) dove nessun essere umano vivrebbe. Paesi dove hai paura a camminare per la strada. Paesi dove noi occidentali abbiamo distrutto tutto portando la "pace"; dove abbiamo posto "presidenti fantoccio" che affamano e tengono sotto scacco intere popolazioni per la nostra fame: di petrolio, oro, diamanti e ogni altro bene. 

Chi paga il nostro tenore di vita sono questi popoli, e lo fanno da secoli, dal vecchio colonialismo al nuovo. E chi si oppone all'infamia ricattatrice del "debito pubblico" viene ucciso (vedi Thomas Sankara). 

Dal 1961 al 1985 gli italiani emigranti sono stati 29 milioni, ed oggi che siamo un paese benestante ritiriamo la mano davanti a chi ce la chiede? Io mi domando: quanto ci possono costare diecimila o centomila piatti di minestra? O anche fossero un milione! 

E domando a te che leggi queste mie parole, che dunque sei un naufrago come me: 
SE TU VOLESSI CAMBIARE VITA CERCANDO RISCATTO IN UN ALTRO PAESE E OGNUNO TI CHIUDESSE LA PROPRIA PORTA IN FACCIA... a quale conclusione arriveresti? 
Io sono arrivato alla conclusione che almeno c'è la Sea Watch, a ricordarti che non sei solo.