Diario della morte italiana

Diario della morte italiana

venerdì 24 maggio 2019









La primavera è qui, in strada
Non sembrava dal tono dell’aria,
dal cemento chiuso, dalla nuvola dura
ma poi uscendo così, spoglio di istinti e saperi
come un robot comune che ruota la testa male,
colmo di immondizia decennale tra le fiere giunture
l’ho vista
in carne e ossa
la primavera fresca
contro l’immenso cemento, contro il ristagno, contro l'afa

Fanciulla di cui abbiamo nostalgia

Perché non ti abbiamo più vista?
Vivaldi ti canta ancora passando in radio
o nel centralino del Comune di Roma,
ma il passato, che oggi è dei neofascisti, è diventato così volgare
tanto che Botticelli è in mano a Sgarbi, che orrore!
Non ti abbiamo più vista perché sei da sempre zingara stanziale
e gli “zingari stanziali” non li vogliono, li insultano,
e allora tu ti nascondi
e quindi io ti ho vista, perché ti sei nascosta a loro,
e ciò che si cela a quelli è visibile a me, anzi è mio,
senza la scritta che dice “LADRA”
senza quel cartello al collo
in carne e ossa, occhi nocciola tra occhi falsamente azzurri



















mercoledì 22 maggio 2019












So che è arrivata l'epoca delle identità colossali
costituite da Propagande 2, 3, 5
(qui avrei potuto dire costituite da  immagini di televisori e video;
da scorie di affaristi, zombies milanesi e transnazionali,
massoni e paramassoni puttanieri e i loro chirurghi plastici...
ma sta a voi approfondire cosa sono queste decennali Propagande)  

So che queste identità sono per lo più indefinite, sparpagliate in sé,
spacciate da gente vana al soldo, trafficanti di anime.
Non solo corpi, come nel vecchio fascismo, ma un intero mistero.
Anche quell' adolescente gangster fascistello italiano tutto tatuato
che non sembra italiano e che urla "negro ti spengo col ferro"  
mette tutto se stesso in questa Identità di mille Nazioni aggregate in gang

So che un vento appena discreto sfalderebbe questi colossi
ma il vento non viene, né del resto c'è sufficiente aria tra i blocchi
a generare sbuffi freschi  - come a primavera quando la primavera esisteva
ed ero appena poeta  alla metà degli anni '80 e nuove poesie e nuovi fiori
erano la spuma della mia anima adolescente; e cercavo dire periferie
con pochi amici per niente criminali, non iniziati alle Droghe dei Nazionalisti

continua
(ma nel segreto della mia casa)