Diario della morte italiana

Diario della morte italiana

venerdì 8 giugno 2018


Vorrei ospitare con Voi questa nuova primavera.

Ma anche l'inverno che s'allontana, Signore

e padre nostro misconosciuto;


inneggiare alla meravigliosa realtà del mondo

per un momento escludendo

il nostro genere detto "umano";


salutare con un musicale "Namaste"

il "divino che è in te"

oh santa santa santa Natura!


ed entrare con musica e poesia, solo così

in quel non più strumentale Paradiso

a cui sempre ci appoggiamo


Chi sa veramente quanto sia santo, santo, santo

questo tutto che qui andiamo ospitando

come un vero paradiso?


Là dove nell'erba raramente ci distendiamo,

e per sport, per hobby umano intersechiamo,

per ciò che "basta" e "serve".


Amici, non è più tempo d'utilità e sopravvivenza

né di falsa beatitudine e falsa coscienza,

la vita ci chiama come veri angeli;


là dove vivono intrecciate Musica e Visione,

fuori da condotte troppo umane,

nel tutto di cui poco ci accorgiamo;


là dove in pura Presenza e pura Semplicità

il tutto accade, e la sua Eternità

è in cose minime e fragilissime.


Amici, lasciamo la ferrea Ragione indietro,

e l'Io, gettiamo quel filo arrugginito

con cui andiamo recintando l'immenso!


Se solo con pari Eternità di nessuna Pretesa

ci preparassimo a ricever il vero paradiso...

anche all'umano esso s'aprirebbe!


Perciò su questa mia composizione,

qui vissuto fuori da ogni ragione

ricade il mio sapere concreto


Il brano musicale a cui mi riferisco è qui di seguito pubblicato. Buon Ascolto/Visione.