Tornare alla poesia,
poetare o non poetare?
questo è il dilemma
Iniziare con un tale dubbio va bene
ma senza farne un punto luminoso,
caro mio; un Marx come un quasar
di dubbio o una supergigante blu
nella costellazione del Cane Maggiore
Forse poetare è esser pazzi così,
ma oggi più di ieri, e sì, pazzi come Amleto,
ma più pazzi se pazzo è l'autore, il
poeta stralunato in sé che dice paz... paz... paz...
e, come nei film d'esorcismi, poi sbotta in latino
dicendo patior
patior patior ma ignaro del lemma finché,
cerca e cerca, sbuca un prete della Treccani
da internet e glielo traduce con "sopportar",
"soffrir per il fetore del mondo, e il
proprio".
E un etimologo, anche lui mezzo pazzo
o "disperato dal linguaggio", come direbbe
Balzac,
viene a sussurrargli all'orecchio, com'a un cavallo,
il termine metà latino e metà napoletano pactiare;
ma il poeta, ormai spacciato, serissimo
ma non sussiegoso come lo si vorrebbe,
invece di incassare, vi aggiunge "tra la là!"
e lo fa in faccia al mondo
al mondo che da lui si aspetta taccia!
Oh, non c'è niente di peggio che pazziare
in un mondo tutto franato in un piccolo buco
come questo, dove camminare sull'orlo
è di scarpatella e non più di abisso,
e sulla strada non un corteo in passi lenti
ma carri di musica tecno o rock o pop
che sarebbero lì per la Lotta
Il Nulla non esiste, ovviamente, e il poeta lo sa,
sa bene quanto pieno di senso sia il mondo
epperò, ovunque, oggi vede il Nulla,
il predominio irrazionale di certi laidi canti,
omerico Circeo di schiume rosee
perché più che distrutto, il mondo, è ricoperto di
rosa!
E i ragazzi non vedono gli scogli in quella spuma
e ridono e prendono per il culo il poeta serio
che amerebbe dare un canto non di tragedia,
certo, ma di cinguettii e campagna, gatti e fiori,
gatti che annusano fiori e forse viceversa
ma non sapremo mai cosa ha scoperto il poeta!
E Stelle di Betlemme e Iris e non ecologia
che lotta per la Terra, ma Terra salvata in versi.
E invece no! deve dire Realtà e fare Lotta
se vuole mutare il mondo crepato e franato
e rifarlo in sano Paradiso solo eretto sui suoi
colori.
Ma ci vorrebbero mille metamorfosi
proprio come le ha viste Ovidio, ma migliori,
in cui dovrebbero mutare tutti i presenti,
anche gli squisiti ecologisti pieni di ragioni,
e il corteo franato in un rave da millantatori
dovrebbe tornare davvero alle note della Lotta,
ma per poi mutare ancora, e ancora, e ancora
finché non sarà silenzioso nuovo inaudito Furore
interno all'Uomo, poesia dentro tutti!
Come un Ezra Pound che si espande
in quella sua rabbia e in quella sua percezione,
uragano che distrugge e riedifica Civiltà intere!
No, non fu nero, Pound, fu solo posseduto,
pazzo... ma un bianco pazzo Omero
capace di bacchettare Pasolini
Udite, udite, udite! La poesia prende forma.
Il poeta dichiara aperta la seduta.
E tu, percettore Uomo - sì perché anche tu
puoi e devi dare forma a poesia, dato che poesia
coincide con realtà, oggettiva enumerazione di cose
cariche di significato e non c'è nichilismo che
tenga.
Ascoltami dunque e guarda con me
- e mi va bene se balli mentre ascolti, balla pure -,
guarda tuttavia, guarda come vanno
il pop, il rock, la tecno non con la Lotta
ma con il fumigante nichilismo incenso
che sempre sfumacchia anche in Paradiso.
Accompagnatori d'altra specie che per altra specie
di flauti, tamburi e clavicembali
portano altra specie di preghiere e balli
- e mi va bene che si preghi e si balli,
l'Uomo è nato per fare questo da millenni,
ma a quale Dio e a quale mulino portano?
Questo è solo un piccolo esempio delle gesta,
forse anche banale e stupido, ma ci mostra
gesta che non edificano ma vanno
in direzione del tutto franante in picciolo buco.
Oh, Iddio è già defunto, certo,
lo conosciamo bene il suo necrologio,
ma siamo sicuri che oggi non venga riucciso
ogni giorno spingendo tutto in quel picciol buco?
Oh, non cade più il corpo sotto la croce,
e sembra che Vivaldi suoni solo per me
il suo Stabat Mater meraviglioso;
e non passa più per camera ardente
questo Tutto-Dio-Corpo del mondo,
ma per bottiglie in mano sudati ridendo
E la cosa peggiore è che io li vedo,
e non essendo storpio né di cervello lento
mi sposto sano e veloce quindi li urto,
incontrandoli a distanza, e in casa mia!
Sta notte, ad esempio, compiendo beato
la mia solita lettura accanto al veneziano
mostrante Madonna sua dolorosa et lacrimosa,
gli apostoli del Nulla mi sono apparsi,
tra questi libri noti ma non salvi
dalla fiammella di Nietzsche che spenge
la bella fiamma portata prima sulla pagina
da questi scrittori e autori novecenteschi;
e allora frana tutto, tutto ciò che egli tocca,
proprio come mio nipote che invecchia
per ogni fascinazione e citazione,
per quel niccianesimo che è nell'aria
(l'aria comunque di un piccolo buco intasato!),
e va al di là del suo maestro spocchioso
questo senso nicciano fesso nervoso...
Insomma, frana il ventenne in vecchio odioso,
ed è ragazzo ma anche tonto mulinello
che certo non vede il suo gorgo
in questo duro specchio temporale
che io perfettamente conosco,
analizzato milioni di volte
per milioni di libri e riflessi,
e per milioni di cellule vecchie mie
dato che io ormai sono vecchio per età
E allora Camus, e Yeats, e poi il Gide
confuso e triste de "L'immoralista"
che all'Africa ha tolto il sole, che invece
doveva festeggiare lieto la liberata omosessualità,
appropriandosene, mentre con laido Nietzsche
l'ha incartata, delegando a lui lo scandalo.
Come perdonare a un ventenne amabile qual era
- oh, come l'ho amato, il caro Gide in tempesta! -
questo male che rode senza la minima ragione,
nichilismo che mai vero scandalo produce.
Per Zarathustra sceso dalla montagna,
scalciante qui e là come un montone,
tradire il delicato, vivo, umano André Walter?!
Al pari, nella mia notte, Vivaldi è amabile
e tra gli archi accende un basso continuo,
e mi pare un improvviso tamburo di fondo
perché così io lo sento benché nessun tamburo
vi sia sotto la Croce, che non è barocco
e sarebbe una stonatura! E allora è il cuore mio.
Forse è quello che batte basso, esule, tocco
un po' anche lui come la mia testa
e certo non sa più che pesci prendere!
Cuore un po' barocco, ma solo in parte,
che deve il suo pulsare, il suo pactiare
all'epoca in cui è nato e si è sviluppato
come esso ha potuto nel mondo sviluppato .
Epoca data trent'anni dopo l'olocausto,
gli anni Settanta, e poi gli Ottanta, fin oggi.
Visto così sembrerebbe lontano Nietzsche,
maestro di Hitler - o, secondo Lukács,
"spianatore della strada al nazismo..." -
ma non è così! Egli rivive, riede, ricade
nel borghese dominatore dato
proprio negli anni Settanta
quando Pasolini ne fu disperato
e poi ucciso.
Avversario di Marx ma senza dati alla mano,
nessun "Il capitale" all'attivo;
antesignano della razza ariana
o del nuovo uomo superiore
e già retorico assassino di Dio mai punito...
Volevi forse i nostri nipoti?
Eccoli, li hai presi, e li hai presi dai padri lesi
e presi a loro volta mediante influenze tue
e crepe e frane varie a carico della Sacra Gioia.
Volevi di certo morta la pietà!
Morto il cristianesimo, la fratellanza!
La stessa redistribuzione della ricchezza!
Volevi il Nulla come crepuscolo della bontà,
buco in cui spingere il mondo cordiale.
Che poi i valori, si sa, sono fragili
non c'è bisogno di andarci di zappa.
E i dubbi, chi non ne ha!
Però, maestro,
dov'è la messa in dubbio
della cattiveria umana?
Mai dubitasti nemmeno della violenza dei ricchi.
Che infatti usarono poi tutta la loro violenza.
La tua fottuta esaltazione del punto zero
trovò poi giustificata continuità nell'anno zero.
Perfino l'attuale imprenditore è il tuo oltreuomo.
E sempre tua l'autodistruzione nella ricchezza.
Marcio maestro
di aristocrazia desadiana
intento in celati stupri di plebei siciliani,
quando fosti ospite di nobili nel Sud Italia.
"Formule filosofiche belle come formule magiche"
le tue, e cito parafrasando ciò che ho letto ieri:
un simpatico matematico divergente *,
scienziato che ama l'algebra e i gatti neri!
E mi è piaciuto, stimabile, anche divertente
nel suo scandalo; sì perché scrivendo questo
dovrà temere i colleghi e il suo committente!
Marcio maestro di scandali troppo ben pagati:
"Dietro tutti gli ideali dell'uomo c'è il nulla",**
facili quanto facile è far dire alle masse:
"Tutto è
relativo", "Dubita di tutto"...
Ma su cosa si può lecitamente applicare il Nulla?
Al diavolo le formule retoriche del nichilismo!
Sull'ideale cristiano? Sull'ideale della musica?
Sull'omosessualità di Vivaldi?
Certo è che se i fascisti avessero avuto la formula
magica dell'eterno ritorno
il violino glielo avrebbero ficcato nel culo.
Poiché solo i fascisti possono applicare il Nulla,
solo gli incolti eccitati dalla distruzione,
stendendo sulle cose un'acida violenza
e un increante sterile velo di tristezza, il quale,
per esser così maldisposto all'osservanza del bene,
ha fatto derivare per tutti la psicologica depressione,
quella che sappiamo come materia da psicanalisti
ma che è organica solo se prima è ideologica,
e questo nessuno lo dice, eccetto il poeta.
E i loro inni al coraggio sono solo codardia!
Cantano per virilità "Eran trecento e
forti..."***
ma non sanno che quei trecento spartani eran gay.
E sono figli dell'antica Roma e della Roma bene,
Mussolini nel taschino come essi ci mostrano.
Ma sono anche figli dell'antica Lombardia, Salvini
che inseguono nell'aia un maiale terrorizzato,
come youtube ci ha mostrato.
E sono anche dei rivoluzionari confusionari
per cui il pelato e Che Guevara sono uguali,
e lo pensano davvero, ne sono testimone,
e come me lo è chi con loro ho parlato.
E quindi io vivo, ma amaro testimone.
Come l'ebreo dei Campi.
E ascolto questi violini nella mia notte
ma non so se potrò anche domani,
così accerchiato da quanto intorno preme;
se tornano questi morti neri della Storia
e il fascino di quella molle parola magica
corrompe figli e nipoti; e ferrea parola poetica
non ha presa, non sanno niente di poesia!
Del resto uccidere il bene è uccidere poesia.
Tenere alla distruzione di tutto è uccidere poesia.
Pasolini stesso fu ucciso per poi ucciderci tutti.
Ma i morti sono sordi pure ai violini barocchi,
nei quali io perfino odo il mio cuore umano
e sono di colpo certo della sua sopravvivenza.
Ma quali cuori battono, quali coscienze?
E che cuori sopravivranno domani?
Quale nera orda di tamburi?
Quando il giusto griderà "à bas les rois!"
e la massa griderà "à bas les lois!" ****
* Paolo Caressa, citazione originale: "Formule matematiche
belle quasi come formule magiche"
** Nietzsche
*** La battaglia delle Termopili, i trecento spartani
erano notoriamente omosessuali e bisessuali
**** Da una poesia di Friedrich Engels in cui descrive
Max Stirner. "Abbasso i re"/ "abbasso le leggi".
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